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LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL

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Seguici

llora? Si vede o no la luce alla fine di questo tunnel? Nonostante in questi ultimi 5 anni molti esponenti del mondo della politica, dell’economia e osservatori di varia natura, abbiano sentenziato la fine della crisi, a noi sembra che il buio pervada, come non mai, lo scenario economico nazionale. A oggi, tanto per non farsi mancare nulla, ci sono pareri discordanti anche all’interno delle categorie sopra menzionate, anzi, vi è più, anche dentro lo stesso Governo! Ora, è pur vero che qualcosa si muove, ma siamo lontani dal considerare chiusa la stagione nera dell'economia, d’altronde anche quest'anno il Pil chiuderà in calo e per il 2014 la ripresa dovrebbe essere molto timida. Con una certa difficoltà, all’interno di questo nostro nuovo numero, abbiamo voluto cercare risposte su due settori che hanno una posizione importantissima all’interno della composizione del Pil nazionale: il turismo e l’automotive. Se il primo rappresenta la massima espressione del made in italy, il secondo è la testimonianza diretta della nostra storia economica e industriale. Potremmo definirli tranquillamente i fondamentali su cui operare al fine di poter veramente dare l’abbrivo a una nuova e auspicata fase. Ma le sole aziende, i singoli imprenditori, piccoli, medi o grandi che siano, seppur in prima linea da anni, da soli non riusciranno a venirne fuori. Il minimo comune denominatore che unisce i due settori è un rigoroso richiamo al coraggio e alla determinazione indirizzato alle forze di politiche e di governo. Inoltre, abbiamo fatto un’analisi sulla portualità e sui traffici marittimi in Adriatico e Ionio, per monitorare le performance e le prospettive dei principali scali dell’area. In tutto questo abbiamo voluto inserire una nota che a un orecchio poco avvezzo potrebbe risultare stonata: l’entrata della Croazia nell’Unione europea. Decine di migliaia di croati hanno festeggiato in strade e nelle piazze di tutte le città del paese, l’ingresso della Croazia nell'Unione europea, della quale è divenuto il 28/mo Stato membro. Un obiettivo raggiunto dopo 10 anni di lunghe e difficili riforme che hanno portato a una radicale democratizzazione e liberalizzazione della società croata. Dopo la Slovenia, entrata nell’Ue nel 2004, la Croazia è la seconda delle sei Repubbliche che componevano l’ex Jugoslavia socialista ad aderire all'Unione europea. Un fatto storico senza dubbio, ma anche una grande novità, soprattutto per Italia e per tutte quelle regioni che si affacciano sul Mare Adriatico. Ora starà a noi poter giocare al meglio questa partita. Gabriele Costantini

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.Editoriale

Adriaeco - Adriatic Economy Observer

Adriaeco Adriatic Economy Observer · n. 29

Anno VI · Giugno/Luglio 2013 Registrazione Tribunale di Ancona n°26/07 del Registro Periodici del 22 dicembre 2007 Iscrizione al ROC · numero 16575 Direttore responsabile Gabriele Costantini direttore@adriaeco.eu Editore · Gabbiano-Srl - Via Chiusa, 6 edificio C · 60027 Osimo (AN) T. 071.9989979 Redazione · Via Chiusa, 6 - edificio C 60027 Osimo (AN) - T. 071.9989979 info@adriaeco.eu - www.adriaeco.eu Redazione Zadar · Trg Kneza Višeslava 6/g 23000 Zadar Tel. 00385 - 23778833 Hanno collaborato:

Silvia Badon, Sofia Beradi, Mafalda Bruno, Pierluigi Bonora, Giuseppe Canducci, Pietro Ceccarelli, Gabriele Costantini, Ilaria Ferlito, Luigi Gagliardi, Andrea Gamberi, Giulia Jorini, Virginia Lupi, Nicole Pelizzon, Leone di San Marco Ufficio grafico · Clizia Pavani, grafica@adriaeco.eu Ufficio commerciale · marketing@adriaeco.eu Segreteria · segreteria@adriaeco.eu Stampa · Tipografia Luce - Osimo (An) www.tipoluce.com Poste Italiane s.p.a - spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art.1 comma 1 - Commerciale Business Ancona n. 45/2008. Distribuzione: in abbonamento postale 6 edizioni Euro 15,00. Per informazioni: 071.9989979 Versamento a mezzo bonifico bancario c/o Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana Spa Agenzia Ancona 2 - Via Totti - IBan IT80 I 06140 02601 050570030286 Chiuso in redazione: 30/06/2013 “Adriaeco – Adriatic Economy Observer” non è responsabile per la qualità, provenienza o veridicità delle inserzioni. La direzione di “Adriaeco” si riserva di modificare, rifiutare o sospendere la pubblicazione dei testi o delle inserzioni a proprio insindacabile giudizio. L’editore non risponde per eventuali ritardi o perdite causate dalla non pubblicazione dell’inserzione per qualsiasi motivo. Non è neppure responsabile per eventuali errori di stampa. Gli inserzionisti dovranno rifondere all’editore ogni spesa da esso eventualmente supportata in seguito a malintesi, dichiarazioni, violazione di diritti, ecc. a causa dell’annuncio. È vietata la riproduzione totale o parziale di tutti i testi, i disegni, le foto riprodotte su questo numero della rivista. Manoscritti, disegni, foto anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Tutti i diritti riservati.

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Sommario EDITORIALE La luce in fondo al tunnel

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WELCOME CROAZIA La Croazia entra nell’Unione europea

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FORUM AIC Nasce il Segretariato Adriatico Ionico Integrato Marchet dentro la Macroregione per supportare le imprese del territorio

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VARO Varato il Pelikan

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PORTI E PORTUALITÀ p. 14 È ora di cambiare rotta! Traffici marittimi in Adriatico e Ionio: un 2012 tra qualche luce e molte ombre Galliano Di Marco: 60 milioni di euro per l’approfondimento dei fondali Roberto Pesaresi: l'Interporto delle Marche nel core network Merci, passeggeri o… entrambi Il progetto Cluster Club fa tappa ad Ancona TURISMO 2013 L’Italia dei turismi Assoturismo: il turismo esige dialogo Federturismo: manca un progetto nazionale sul turismo Turismo termale nelle Marche Vacanze: la bilancia pende dalla parte del nostro Paese

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FLOTTE AZIENDALI Non affossiamo il mercato dell’auto Cresce (poco) il settore del noleggio

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Rodolfo Giampieri

Fabio Brisighelli, Amb. Fabio Pigliapoco Michele De Vita e Jadranka Radovanić

Paolo Baldoni

AREE DELL’ADRIATICO p. 41 Puglia · Molise · Abruzzo Regione Marche: Il Nuovo Cinema di Pesaro occasione di scoperta BCC Marche: Repubblica di San Marino · Emilia Romagna · Veneto · FVG AVVISO AI NAVIGANTI Non c’è due senza tre!

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Roberto Pesaresi

Galliano Di Marco


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Zoran Milanović Primo ministro della Croazia e José Manuel Durão Barroso presidente della Commissione europea

WELCOME CROAZIA Con l’ingresso nell’Unione europea, i cittadini europei e croati vedranno alcuni cambiamenti figli proprio dell’annessione del paese

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aranno i confini la prova più evidente che la Croazia è dal primo luglio la 28a stella d’Europa. L'obiettivo è ora un'ulteriore integrazione: il paese dovrebbe diventare membro dello spazio Schengen nel 2015 e abbandonare la Kuna per adottare l'Euro non appena l'economia nazionale rispetterà i criteri stabiliti in materia d’inflazione, finanze pubbliche, stabilità dei tassi di cambio e tassi d’interesse. Ma anche se le barriere non cadranno sui valichi di confine tra Slovenia e Croazia, sono in vista grosse trasformazioni. Innanzitutto spariranno i doganieri giacché all’interno dell’Unione europea vige il libero scambio delle merci. Seconda, ma non per questo meno trascurabile novità, ci sarà al valico di confine sloveno-croato un unico punto di controllo che sarà gestito in comune dai poliziotti di Lubiana e di Zagabria. Come gli altri paesi europei, anche la Croazia deve applicare la normativa approvata a livello dell'UE, ad esempio per quanto riguarda la sicurezza alimentare, il riconoscimento delle qualifiche professionali ottenute in altri paesi o i limiti alle tariffe della telefonia mobile per le chiamate in roaming. Inoltre, pane, medicinali, libri di testo per le scuole dovranno fare a meno del tasso ‘Zero IVA’ e dovranno avere un minimo di 5% di Imposta sul Valore Aggiunto. In alcuni casi sono previsti dei periodi transitori. Ad esempio, la Croazia continuerà ad applicare accise ridotte sulle sigarette fino a tutto il 2017, mentre fino a giugno 2014 i pescatori potranno utilizzare le reti che nel resto dell'UE sono ormai proibite. Anche la procedura dell'ingresso nel Paese sarà semplificata, così come il permesso di soggiorno e di lavoro per cittadini dei paesi membri dell'Area Economica Europea (tutti gli stati Ue, più Norvegia, Lichtenstein e Islanda) e i loro famigliari, che potranno lavorare in Croazia e prestare servizio senza permesso

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CAMBIAMENTI IN SENO ALLA UE In un memo la Commissione europea ha spiegato quali sono le implicazioni istituzionali che questo nuovo ingresso comporta, a partire dalla nomina di un nuovo commissario (ne spetta uno a ogni Paese membro) che sarà il socialdemocratico Neven Mimica. Questo si occuperà di "tutela dei consumatori", come deciso dal presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso. È stato designato il 25 aprile 2013. Dopo la necessaria consultazione del Parlamento europeo all'inizio di giugno, il Consiglio Ue dovrà ora nominare ufficialmente, di comune accordo con lo stesso Barroso, Mimica (che ora, a Zagabria, è vice Primo ministro). In Parlamento Europeo la Croazia otterrà 12 seggi. Le prime elezioni si sono svolte il 14 aprile. In conformità con il trattato di Lisbona, il numero dei membri del Parlamento europeo dovrà essere ridotto da 766, dopo l'adesione della Croazia, a 751. Una modifica che sarà comunque applicata solo a partire dalle elezioni del prossimo anno. Al Consiglio UE la Croazia avrà 7 voti (l'Italia, per fare un esempio, ne ha 29, come Germania, Francia e Regno Unito). La soglia della maggioranza qualificata si alza così a 260 (su un totale di 352 voti).

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.Welcome Croazia


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Dubrovnik

Zagabria

di lavoro. I cittadini di quest'area economica che intendono soggiornare in Croazia fino a tre mesi, dovranno solo registrarsi presso la direzione o stazione di polizia competente entro otto giorni dall'ingresso in Croazia. Una permanenza più lunga di tre mesi potrà essere regolata con una procedura molto semplice in base al permesso di soggiorno temporaneo che sarà rilasciato con una validità di cinque anni. Dopo un soggiorno legale di cinque anni in continuazione in Croazia, i cittadini dell'AEE potranno ottenere un permesso di soggiorno permanente. Un altro cambiamento molto importante riguarda i diritti dei cittadini. Infatti, tutti i cittadini europei possono beneficiare dei loro diritti nazionali (servizi sanitari, pensione) in ogni paese europeo in cui si trovano, quindi un qualsiasi cittadino avrà la copertura sanitaria e pensionistica in Corazia pari a quella che avrebbe ricevuto nel suo paese di origine. È evidente che anche dal punto di vista lavorativo, sempre in ossequio alla libera circolazione delle persone, anche i lavoratori cittadini europei che vorranno lavorare in Corazia saranno assunti con le regole croate senza alcuna limitazione o vincolo. In conclusione va sottolineato che la Croazia è un soggetto attivo e partner importante nell’ambito della Strategia per la Macroregione Adriatico – Ionica e la pesca è un settore fondamentale con le sue 14.000 persone impiegate. Ciò significa che la Croazia beneficerà di aiuti finanziari dell'Unione europea per sostenere lo sviluppo del settore della pesca, la gestione delle risorse e della flotta e in materia di ispezione e di controllo di acquacoltura. Luigi Gagliardi

AVVISO AI NAVIGANTI - Non sarà più necessario per i cittadini dell’Unione Europea che entreranno in Croazia passare per la dogana e non saranno più dovute le relative imposte (rimarranno alcune limitazioni solo per i tabacchi). - Resta il controllo da parte della Polizia all’ingresso, che rimarrà in vigore finché la Croazia non entrerà nello spazio Schengen e per i cittadini europei nono ci saranno limiti temporali per la permanenza in Croazia. - Una volta entrati in Croazia bisognerà recarsi alla prima Capitaneria di Porto per notificare il proprio ingresso in Croazia e fornire la lista dell’equipaggio. Nel caso in cui si cambiasse l’equipaggio durante la navigazione in Croazia, non sarà necessario notificarlo e non ci sarà più la limitazione riguardante il numero di persone che possono essere imbarcate a bordo durante l’anno. La medesima procedura d’entrata si dovrà eseguire in uscita dalle acque croate. - Sarà obbligatorio pagare la Tassa di soggiorno in base alla lunghezza dell’imbarcazione e alla durata della per-

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Welcome Croazia

manenza nel territorio. Gli importi vanno da circa 20 euro a un massimo di circa 224 euro per barche di lunghezza superiore ai venti metri. - Rimane da pagare per le barche superiori ai 2,5 mt di lunghezza la “tassa di navigazione” (bollino, vigneta) che andrà versata nelle Capitanerie di Porto. Gli importi vanno da un minimo di 43 euro a un massimo di 366 euro l’anno. Sono previsti degli sconti dal 10% al 50% per i fedelissimi che tornano spesso in Croazia in barca. Dall’1 gennaio 2014 il bollino o vigneta che era rilasciato al pagamento della tassa di navigazione non sarà più rilasciato, il pagamento comunque dovrà essere eseguito al pari delle imbarcazioni di bandiera croata (si prevede che anche gli importi saranno allineati), non varrà 12 mesi bensì solo per l’anno in corso. - Se la barca è intestata a un’azienda o è utilizzata da un amico (non un parente stretto) si dovrà presentare una delega per il suo utilizzo tradotta in croato da un traduttore certificato.

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NASCE IL SEGRETARIATO ADRIATICO IONICO INTEGRATO Il Segretariato avrà sede ad Ancona, la cui centralità è stata ribadita anche con la nomina a Presidente del Forum di Rodolfo Giampieri

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al 14 al 16 maggio si è svolta a Medjugorje in Bosnia ed Erzegovina, la tredicesima edizione del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio.

All’edizione 2013 hanno partecipato oltre 260 delegati tra cui i rappresentanti delle istituzioni europee, della rete delle università Uniadrion, del Segretariato Permanente dell’Iniziativa Adriatico Ionica (IAI), i rappresentanti di enti nazionali ed europei, le associazioni di categoria, nonché le rappresentanze del mondo imprenditoriale. In particolare si è avuta l’autorevole presenza della DG Regio e dell’Unità turismo della DG imprese della Commissione europea soggetti decisori del piano d’azione della Macroregione Adriatico Ionica. Ai lavori dedicati al tema del “Piano di azione per la Macroregione Adriatico Ionica: un contributo congiunto per un progetto di sistema comune”, ha partecipato anche Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere, che è divenuta socia del Forum. “Il Forum - ha dichiarato Dardanello - è uno strumento fondamentale per la Macroregione nella creazione delle integrazioni tra i Paesi che si affacciano sull’Adriatico occidentale e quelli che ancora non fanno parte della Ue”. Durante l’ultima giornata dei lavori, l’assemblea dei soci ha eletto all’unanimità Rodolfo Giampieri, già Presidente della Camera di Commercio di Ancona, Presidente del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio per il prossimo biennio 2013-2015. La nomina a Presidente imprime ulteriore energia alla strategia realizzativa della Macroregione, rafforzando il ruolo

centrale di Ancona e delle Marche come punti di riferimento fondamentali per lo sviluppo della Macroregione. Il Forum rappresenta circa un milione e 200 mila imprese attive, con un interscambio tra i paesi dell’area di 31 miliardi di euro, riveste un ruolo importante sotto il profilo economico e commerciale, e si lavorerà per la ripresa economica partendo dalle piccole e medie imprese, anche promuovendo l’internazionalizzazione “di vicinato”. A fine lavori è stata sottoscritta dal Forum delle Camere di Commercio, dal Segretariato permanente dell’Iniziativa Adriatico Ionica (IAI), dal Forum delle città dell’Adriatico e dello Ionio e da Uniadrion, la rete delle Università dell’area, (tutti con sede ad Ancona) una dichiarazione di intenti per la creazione di un Segretariato Adriatico Ionico Integrato, che dovrà rendere più efficaci le singole azioni e attività, lavorando congiuntamente a supporto della costituzione della strategia macroregionale anche indicando alla Commissione europea gli ambiti di intervento di nuovi bandi di finanziamento specifici per l’area. Il secondo giorno è stato interamente dedicato ai Tavoli di lavoro tematici. Ambiziosi e concreti gli obiettivi posti dal Tavolo sull’Agricoltura che ha avuto la presenza del Prof. Rodolfo Santilocchi, in rappresentanza del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell'Università Politecnica delle Marche, come relatore chiave. Attraverso la best practice del concorso internazionale dell’olio extravergine di oliva ”Oro dei due Mari”, realizzato e promosso da Olea, si avvieranno corsi di formazione su diversi pro-

Segreteria organizzativa Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, presso la Camera di Commercio di Ancona, Piazza XXIV Maggio, 1 - 60124 Ancona, Italy - Tel: +39 071 5898249 +39 071 5898266 - Fax: +39 071 5898255 www.forumaic.org - segreteria.forum@an.camcom.it

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.Forum AIC


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Il Presidente del Forum AIC Rodolfo Giampieri e Marco Bellardi dellʼIAI

Da sinistra: Michele Brisighelli, Segretario Generale Forum delle Città dellʼAdriatico e dello Ionio; Ambasciatore Fabio Pigliapoco Segreteraio Generale IAI, Michele De Vita Segretario Generale del Forum AIC e Jadranka Radovanić presidente uscente del Forum AIC

dotti tipici dell’area Adriatico Ionica al fine di creare figure di degustatori professionali riconosciuti a livello europeo. La riunione congiunta del Tavolo sulla Pesca/Acquicoltura e del Tavolo sull’Ambiente ha visto la partecipazione di due relatori chiave, in particolare di Jakov Dulčić, dell’Istituto di Oceanografia e Pesca IZOR (Croazia), per il Tavolo sulla Pesca/Acquicoltura e di Gerhard Lempl, Assessore ai trasporti e al turismo della Contea Primorskogoranska di Croazia per il Tavolo sull’Ambiente. Il dibattito, ha approfondito il tema della gestione sostenibile delle risorse naturali costiere nel rispetto delle tradizioni, dell’ecologia e della nuova legislazione. Obiettivo congiunto dei due Tavoli è individuare una comune definizione per la pesca costiera e favorire le attività di ricerca attraverso apposite commissioni e comitati specifici, oltre ad un monitoraggio dell’attività di pesca attraverso la raccolta di dati statistici. Il Tavolo sull’Imprenditoria Femminile ha avuto un’ampia partecipazione e la presenza di donne di rilievo come la relatrice chiave Patrizia Casagrande Esposto, Commissario della Provincia di Ancona, Tiziana Pompei, Vice Segretario Generale Unioncamere oltre a numerose imprenditrici che hanno interagito attivamente con l’obiettivo di favorire lo sviluppo della politica per l'imprenditoria femminile. Significativo è stato l’intervento durante il Tavolo sui Trasporti di Ida Simonella dell’ISTAO che ha fornito numero-

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Forum AIC

si spunti per animare un proficuo dibattito sulla condivisione di scelte strategiche di sviluppo portuale in un contesto più ampio del mero ambito locale per affrontare il mercati internazionali e favorire lo sviluppo dell’intermodalità. Il Tavolo sul Turismo si è concentrato sul tema “La Macroregione Adriatico Ionica come unica destinazione turistica". Il tema, di grande attualità, ha trovato grande interesse in seguito all’inserimento del marchio Adrion nella Comunicazione Europea n.713 del 30.11.2012 “Una strategia marittima per il Mare Adriatico e il Mare Ionio” che ha riconosciuto, a livello europeo, Adrion come logo identificativo dell’Area. In questo modo si mira a far riconoscere ai mercati internazionali la Macroregione Adriatico Ionica come unica destinazione turistica. Il Tavolo ha avuto come relatore chiave Cinzia de Marzo, in rappresentanza dell’Unità Turismo della Commissione Europea, e Alberto D’Alessandro del Consiglio d’Europa i quali, concentrandosi sulle linee di azione possibili come contributi al Piano Azione della Strategia per la Macroregione Adriatico Ionica, hanno legittimato il lavoro svolto finora e spinto verso il prosieguo dello sviluppo di attività riferite all’area come unica destinazione turistica di riferimento. Il terzo giorno si sono svolti i lavori del Gruppo di lavoro sulla progettazione europea e della Corte Internazionale dell’Adriatico e dello Ionio, oltre alle riunioni degli organi

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Il tavolo dei relatori

I CINQUE PUNTI PROGRAMMATICI DELLA PRESIDENZA GIAMPIERI 1) Promuovere la ripresa economica della Macroregione attraverso lo sviluppo di quattro asset: turismo, infrastrutture, blue economy e ambiente. Per il turismo si lavorerà per far conoscere ai mercati internazionali la Macroregione come unica destinazione turistica con l’obiettivo di concretizzare reali opportunità di business continuando la politica di branding unitaria, con il logo ADRION. Per quanto riguarda le infrastrutture, lo scenario impone una riflessione alle istituzioni e alle autorità portuali sulle possibili strategie per guidare l’area verso una nuova configurazione. Di fondamentale importanza sarà poi sostenere la crescita della Blue economy, ovvero il complesso cluster marittimo riconducibile a diversi segmenti, tutti molto importanti per i nostri territori: l’industria armatoriale e i trasporti marittimi, la portualità e i servizi logistici connessi, la cantieristica navale, la nautica da diporto, la pesca e la filiera alimentare e il turismo. Il tutto con un occhio sempre attento all’ambiente e alla tutela delle coste e del mare. 2) Rafforzare le relazioni tra gli enti camerali dei paesi transfrontalieri. 3) Favorire l’internazionalizzazione delle PMI (internazionalizzazione “di vicinato”). 4) Favorire il confronto tra realtà camerali diverse e allargare il coinvolgimento e la base associativa delle camere di commercio. 5) Assicurare il coordinamento delle attività pianificate da e con gli altri Forum (Forum delle Città e delle Università) al fine di garantire continuità ed omogeneità d'azione pur nel rispetto dell’autonomia di ogni organismo.

del Forum. Il Gruppo di lavoro sulla progettazione ha affrontato nello specifico i progetti in corso che vedono coinvolto direttamente il Forum AIC e nuovi bandi attivi di comune interesse, anche in presenza di nuovi soggetti mai presenti nelle precedenti edizioni. Tra le questioni principali emerse su cui i membri del Tavolo si sono impegnati a lavorare nei mesi a seguire: - una maggiore collaborazione nell’implementazione dei vari progetti già finanziati; - la necessità di recuperare e riproporre progetti già presentati in passato ma non finanziati; - migliorare la comunicazione prima, durante e dopo la presentazione dei singoli progetti al fine di ottimizzare e condividere le idee; - valutare nuove ipotesi di lavoro del Tavolo nell’ottica di una collaborazione costante. I lavori dedicati alla Corte Internazionale dell’Adriatico e dello Ionio, (organo del Forum deputato alla gestione delle procedure di mediazione e di arbitrato), ha deliberato di aprirsi verso nuove prospettive. L’obiettivo per i mesi a venire è che l’organismo diventi un tavolo di concertazione e di scambio delle esperienze in tema di Alternative Dispute Resolution, un luogo per la condivisione di best practices, uno spazio privilegiato in cui svolgere attività di ricerca e di studio in materia di arbitrato e mediazione, un centro ove creare sinergie in grado di produrre ipotesi progettuali di livello comunitario ed internazionale e costituire partenariati specialistici sui temi della giustizia alternativa di livello internazionale per la partecipazione a gare/bandi. Ciò in modo che vi sia un punto di riferimento in grado di dare risposte concrete alle esigenze degli operatori dell’area adriatico-ionica e soprattutto di rassicurare coloro che vogliano intraprendere relazioni commerciali con l’altra sponda dell’Adriatico.

La platea

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Le prossime iniziative promozionali messe in campo dall’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Ancona per promuovere l’internazionalizzazione di vicinato

MARCHET DENTRO LA MACROREGIONE PER SUPPORTARE LE IMPRESE DEL TERRITORIO Giorgio Cataldi, Presidente dellʼAzienda Speciale Marchet

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oncretezza. Ecco la parola d’ordine di Marchet, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Ancona, emersa con forza questa mattina durante l’incontro di questa mattina, tenuto alla sede camerale e dedicato alla presentazione delle opportunità offerte dal mercato della Serbia.

La presentazione delle opportunità della Serbia rientra in un progetto attuato da Unioncamere, finanziato dal Ministero per lo Sviluppo Economico sui fondi della Legge 84/2001 (norme per la stabilizzazione e la ricostruzione dei Balcani), e coordinato dall’Azienda speciale Aries della Camera di Commercio di Trieste. L’iniziativa ha visto la partecipazione di Giorgio Cataldi, Presidente Marchet, e Michele Crosatto, Aries, Trieste. Gli interventi tecnici saranno di Olivera Kovacevic, VIP - Agenzia per la Promozione della Vojvodina - Alessandro Giolai, consulente interno al progetto e Srdjan Egic, direttore Zona Franca Novi Sad "Operare in Zona Franca e possibilità offerte gli investitori". “La nostra scelta- sottolinea il presidente Giorgio Cataldi – è mettere al centro della Macroregione le piccole e medie imprese, come motore di crescita dell’economia del territorio locale e di quello dell’intero bacino adriatico-ionio. Stiamo cercando di dare risposte a tutte quelle imprese che investono, esportano, rischiano e che per struttura organizzativa si rivolgono ai mercati vicini. Indichiamo quotidianamente agli imprenditori locali le nuove strade da seguire per arrivare in maniera innovativa, veloce e meno costosa verso nuovi mercati. Seguendo tale logica stiamo realizzando degli incontri tra imprese locali e esperti dei mercati della macroregione per individuare le opportunità di business che possono essere colte dal sistema produttivo locale, guardando con particolare attenzione ai settori ad alto contenuto innovativo e di qualità.” L’incontro sarà articolato in una presentazione generale delle opportunità e delle caratteristiche del mercato cui seguiranno, per le imprese interessate, colloqui individuali con gli esperti-paese volti ad approfondire e valutare casi specifici. Lo sguardo di Marchet, dopo i lavori del Forum delle Camere di Commercio dei paesi della macroarea, si rivolge naturalmente verso l’altra sponda dell’Adriatico, forte anche delle relazioni storiche istaurate: network point in Croazia e Albania con i quali si offrono i propri servizi e la propria esperienza a sostegno delle imprese e della loro attività commerciale. Calendario degli appuntamenti di giungo è serrato: il 25 giugno Marchet ha affiancato la Camera di Commercio di Ancona nell’organizzazione di incontri imprenditoriali ad Ancona tra aziende del settore della nautica provenienti dai paesi dell’altra sponda dell’Adriatico, in particolare Serbia, Croazia e Grecia. Inoltre a partire da settembre Marchet avvierà un ambizioso progetto tutto dedicato al settore dell’automotive, selezionando quindici imprese marchigiane che per due giorni parteciperanno a seminari e incontri b2b con partner serbi preventivamente selezionati del distretto industriale sviluppatosi nell’area di Kragujevac Serbia.

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VARATO IL PELIKAN Paolo Baldoni: “Con questa imbarcazione nasce la cantieristica navale ambientale di settore”

Paolo Baldoni amministratore unico Garbage Service

Francesco Ferrante vicepresidente del Kyoto Club

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ella bella cornice di Marina Dorica e al cospetto di numerosi ospiti e istituzioni marchigiane è stata varata Pelikan, una barca da lavoro per i servizi ecologici portuali. Un progetto 100% italiano che nasce ad Ancona dall’idea e dalla sinergia di due aziende: Garbage Service, esperta del settore dell’antinquinamento marino e il cantiere C.P.N., azienda leader nella costruzione di barche da lavoro. All’impresa hanno aderito, quali partner tecnologici, CIAL consorzio nazionale per la raccolta differenziata e il recupero dell’alluminio fornitrice dell’alluminio riciclato per la costruzione dello scafo, Novamont società leader al mondo nel settore biochimica che, in anteprima mondiale, ha utilizzato il biolubrificante Matrol-Bi e Rostef azienda che ha dotato il battello di pannelli fotovoltaici adatti all’ambiente marino. L’idea progettuale è nata dall’esigenza di innovare le imbarcazioni da lavoro dedicate alla raccolta dei rifiuti solidi galleggianti, semisommersi e oleosi negli specchi acquei. Pelikan è stata completamente rivista e ammodernata e, grazie ai materiali ecocompatibili con cui è stata costruita, ai prodotti biologici che fanno parte del mezzo, andrà a impattare con l’ecosistema in maniera minima. Questa barca, infatti, non solo svolge un’attività in difesa del mare, ma è a sua volta ecocompatibile con l’ambiente. Due saranno le versioni: motore tradizionale e motore elettrico. “Questo progetto – ha dichiarato Paolo Baldoni amministratore unico della Garbage Service – ha in se una grandissima novità che è quella di creare una nuova categoria industriale: la cantieristica navale ambientale di settore. Tanta innovazione, quindi, che parte da Ancona e dall’Italia e fa rotta verso i porti di tutto il mondo. Siamo convinti, infatti, che questa particolare tipologia d’imbarcazione, unica Capo Reparto Capitano di Vascello Aurelio nel suo genere, sarà di sicuro inte- Caligiore del Reparto Ambientale Marino (R.A.M.) del Corpo delle Capitanerie di Porto

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Gino Schiona direttore generale CIAL

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.Progetto Pelikan


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PELIKAN resse per i tanti scali attenti alle questioni ambientali. Ancora una volta la cantieristica italiana potrà presentarsi sul mercato mondiale come leader di una tecnologia unica nel suo genere. Il battello che opera nel porto di Ancona, farà da campione ai successivi modelli che potranno essere personalizzati per soddisfare le esigenze degli scali dove lo stesso andrà a operare. Stiamo già preparando il manuale d’istruzioni che da più parti ci è stato richiesto e, siamo convinti, che in momento di recessione come quello che stiamo vivendo, il nostro know how potrà dare un apporto consistente alle tante maestranze che operano in questo settore”. Gabriele Costantini

LA PARTECIPAZIONE DI CIAL AL PROGETTO PELIKAN Leggero, resistente agli urti e alla corrosione, durevole, a-magnetico e, principalmente, riciclabile al 100% e all’infinito sono alcune delle proprietà e caratteristiche dell’alluminio uno dei materiali più utilizzati in diversi settori industriali e del design e, anche, nel settore della nautica. Non poteva quindi che essere alluminio riciclato al 100%, il materiale messo a disposizione da CIAL per realizzare l’innovativo battello Pelikan. “La partecipazione di CIAL – ha sottolineato Gino Schiona direttore generale CIAL – a un grande progetto di tutela ambientale e, in particolare, di difesa dell’ambiente marino, come quello del battello Pelikan, è coerente e in linea con l’impegno che da anni il consorzio dedica alla promozione e sviluppo della raccolta differenziata dell’alluminio, non solo in tutte le città e comuni italiani, ma anche a bordo delle principali navi da crociera e su spiagge e lidi di coste e litorali del Paese. Dalla raccolta differenziata d’imballaggi in alluminio, come vaschette, scatolette, lattine per bevande e bombolette al riciclo, per lo scafo e altri elementi del Pelikan sono state utilizzate l’equivalente di oltre 220.000 lattine per bevande”.

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Progetto Pelikan

Lunghezza fuori tutto: Larghezza al baglio: Immersione: Dislocamento: Motorizzazione: Volvo – Penta Kw 132 – 180 hp Velocità massima: Capacità max. dei liquidi: Materiale di costruzione:

10.90 m. 2.48 m. 1.11 m. 9 t. 9 kn. 930 lt. alluminio

IL MATROL-BI® DI NOVAMONT Dalla cooperazione con Coldiretti, attraverso la joint venture paritetica Sincro, è nata Matrol-Bi®, una nuova linea di biolubrificanti e grassi che sarà prodotta da seme di girasole alto oleico coltivato dagli agricoltori umbri in aree marginali. Il 50% dei lubrificanti venduti e usati nel mondo sono dispersi nell'ambiente spesso accidentalmente. Si tratta di prodotti prevalentemente basati su oli minerali di origine petrolifera, scarsamente biodegradabili e caratterizzati da una non trascurabile tossicità. I lubrificanti a base di oli vegetali, al contrario, sono caratterizzati da elevata biodegradabilità e bassa tossicità e possono rappresentare una valida alternativa ai prodotti di origine fossile. I prodotti Matrol-Bi® hanno dato ottimi risultati come oli idraulici e per la trasmissione, garantendo le stesse prestazioni dei derivati del petrolio. La linea Matrol-Bi® è composta di 3 tipologie di prodotti: Un lubrificante biodegradabile per trasmissione trattori che è il lubrificante biodegradabile UTTO (Universal Tractor Transmission Oil) per l’impiego nel cambio, nel differenziale, nei riduttori finali di potenza, nei freni e frizioni a bagno d’olio e altri sistemi ausiliari di trattori agricoli e mezzi di movimento a terra. Lubrificanti idraulici biodegradabili ovvero oli idraulici antiusura, antiossidanti, antiruggine e antischiuma disponibili in 3 tipi secondo la viscosità: ISO VG 32 (fluido), ISO VG 46 (medio) e ISO VG 68 (viscoso). Grasso vegetale al litio, un grasso semifluido biodegradabile al litio utile per la lubrificazione generale di parti meccaniche. E’ idrorepellente, anticorrosivo e resistente alle sollecitazioni termiche e meccaniche. Nel corso del 2013 Sincro inizierà la produzione industriale dei biolubrificanti che saranno commercializzati attraverso la rete dei Consorzi Agrari (CAI).

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È ora di cambiare rotta!

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e ci si pensa bene, l’Italia è una sorta di piattaforma logistica che dall’Europa si distende sul mediterraneo. Una posizione naturalmente strategica per collegare due continenti e intercettare le movimentazioni provenienti dall’Asia e dalle Americhe. Nonostante ciò e, in barba ai primati che il nostro paese vanta, (primo nel trasporto marittimo passeggeri e secondo in quello delle merci in Europa) e all’elevata importanza che il traffico marittimo ha nella formazione del PIL nazionale, l’immobilismo rispetto a tale argomento è totale e dura da anni. Basti pensare alla governance dei porti regolamentata da una legge che, non solo è datata 1994, ma che, come spesso accade nel nostro paese, fu inefficace già appena approvata. Da anni si cerca un accordo per modificarla, ma a oggi è lei che regola l’attività delle Autority dei porti italiani. In buona sostanza non c’è mai stata una vera e propria politica sulla portualità italiana, ma tanti piccoli interventi funzionali alla cura del singolo “orticello”. E mentre in Italia si faceva la corsa a chi aveva l’“orticello più bello” il mondo cambiava, il mercato diventava sempre più globale e assetato di professionalità, spazi e strutture adeguate. Così i porti del Nord Europa, già molto più strutturati, hanno continuato a crescere e ad accaparrarsi quote di mercato, mentre i nostri scali, nonostante le maggiori potenzialità, arrancano per raccogliere le briciole. Se non si riesce ad avere una politica unitaria a livello nazionale come si può pensare di averne una che accomuni i porti della costituenda Macroregione Adriatico Ionica? E sì, perché se deve essere un tutti contro tutti si giochi pure al massacro! E allora ecco che Trieste ragiona sulla placca logistica di Monfalcone (di cui si è parlato in passato, ma della quale si sono perse le tracce), Venezia propone e, si fa

in parte finanziare, un mega porto off-shore (anche qui progetto dai costi di realizzazione talmente elevati che non vedrà mai la luce), Ravenna esce dal Napa e riceve contributi per dragare il suo porto canale e lo stesso si può dire di Ancona che, però, attende da 20 anni la famigerata uscita a Ovest. E poi c’à Kooper che, forte della sua leadership nel bacino, fino a un anno fa cercava di far virare verso est il percorso del Corridoio Baltico Adriatico. A proposito, la nostra rivista nel maggio scorso lanciò l’allarme per provare a conquistare il prolungamento del corridoio (l’illusione era di arrivare fino a Bari) attraverso un convegno partecipato e dal quale si uscì con le idee chiare: occorre intervenire subito, si disse, altrimenti non solo il corridoio non sarà prolungato fino a Bari ma non arriverà neanche ad Ancona! A distanza di un anno sta di fatto che il Corridoio si fermerà a Ravenna. Quest’ultima Autorità Portuale già all’epoca allungo una mano verso la nostra città e il nostro porto dicendosi disponibile a supportare, nelle sedi preposte, il prolungamento del corridoio, ma evidentemente le motivazioni non sono state convincenti. Di recente, il presidente della stessa Autority ravennate, sempre durante un convegno co-gestito dalla nostra rivista, ha proposto un’alleanza tra i porti di Ancona e Ravenna, ma anche in questo caso la politica dell’“orticello” che governa lo scalo dorico ha gridato allo scippo! Meglio piccoli, soli e isolati che aprire tavoli di lavoro con altri porti! Per finire, a proposito di scarsa attenzione da parte della politica nazionale nei confronti della portualità rileviamo che, durante la visita marchigiana del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi si sono fatti molti proclami e proposte, ma non si è letta ne sentita una sola parola su come si risolverà la situazione della presidenza dell’Autorità Portuale di Ancona.

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TRAFFICI MARITTIMI IN ADRIATICO E IONIO: UN 2012 TRA QUALCHE LUCE E MOLTE OMBRE È stato presentato a Medjugorie, nel corso della XIII edizione del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico-Ionio, il rapporto sui traffici marittimi del bacino curato dall’Istao

L’

Osservatorio sui traffici marittimi in Adriatico Ionio monitorizza le performance e le prospettive di medio periodo dei porti principali dell’area: Trieste, Venezia, Ravenna, Ancona, Bari, Brindisi e Taranto per l’Italia; Koper per la Slovenia; Rieka, Split, Zadar, Ploce e Dubrovnik per la Croazia; Durres per l’Albania e Igoumenitsa e Patrasso per la Grecia.Luci e ombre caratterizzano gli scenari dei diversi segmenti di traffico e le prospettive di sviluppo.

Container: cavalcare il mercato Nel corso del 2012 il traffico di container nel complesso dei porti adriatici si è mantenuto sostanzialmente stabile, intorno a 2,1 milioni di teus. E’ crollata invece questa tipologia di traffico sullo Ionio, nel porto di Taranto (da 604.000 teus ad appena 263.000 teus). Questi è uno scalo di transhipment, l’unico nel bacino. Per le recenti evoluzioni del modello trasportistico è soggetto alla forte concorrenza degli scali della sponda sud del Mediterraneo. La perdita di alcuni importanti servizi di collegamento internazionale ha determinato il dato dello scorso anno. Sul fronte Adriatico, per la prima volta dal 2009 sono in calo i traffici container da Koper e da Venezia, i due principali scali del bacino, mentre il porto con i migliori risultati, in termini di dinamicità è risul-

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tato essere Ancona (+18%). Nel centro dell’Adriatico Ravenna ha avuto una nuova battuta d’arresto (-3%). Ricordiamo che lo scalo romagnolo non ha più raggiunto i volumi di traffico pre-crisi, mentre Ancona dal 2008 è cresciuta del 40%. Vista nell’insieme l’area adriatica, nel corso degli anni 2000 ha avuto una buona dinamicità complessiva, facendo meglio di alcune aree sistema del Mediterraneo come porti liguri e sistema del Mar Nero, ancora ben lontani dal raggiungere le cifre di movimentazione del periodo pre-crisi. Non mancano certo i problemi: l’eccessiva frammentazione e la forte concorrenza non aiutano a rafforzare l’area nel suo insieme e inoltre permangono tutte quelle criticità che, sul fronte opposto, mantengono inalterata la competitività degli scali del Northern Range. Come ottimamente illustrato negli studi più recenti della Banca d’Italia i porti italiani mantengono un vantaggio competitivo forte in termini di posizionamento geografico, sia per prossimità alla rotta principale Asia-Suez-Europa, sia per vicinanza ai bacini terrestri da servire. Tale vantaggio viene però completamente eroso, da una serie di ritardi rispetto ai porti del Mediterraneo Occidentale e del Nord Europa: sulle infrastrutture portuali (ban-

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chine, spazi, fondali), sulle infrastrutture di collegamento alla viabilità stradale e ferroviaria, sulla mancanza di efficienti sistemi logistici, sugli assetti amministrativi e procedurali dei porti. Crociere: consolidare il presente Il 2012, nei porti oggetto di rilevazione, il traffico complessivo su navi crociera è diminuito del 2% circa, da imputare in parte all’effetto momentaneo generato dal disastro della Costa Concordia. Già nel 2013, sulla base delle prenotazioni effettuate, le compagnie contano su un buon recupero. Tali compagnie continuano a credere molto nel Mediterraneo e nell’Adriatico e investono ancora in capacità produttiva (posti letto). Nel corso degli anni si sono aperte nuove opportunità per porti già esistenti, ma soprattutto emergono realtà portuali che tendiamo a classificare come “minori”. Questo è il vero fenomeno emergente nell’area. Sulla sponda orientale dell’Adriatico e dello Ionio, vi sono porti più piccoli, in cui non è presente un’Autorità Portuale che costituiscono porte d’ingresso importanti ad escursioni crocieristiche. Oggi raggiungono movimentazioni ben superiori ai porti, spesso vicini, in cui un’autorità portuale è presente. E’ il caso di Katakolon, porta d’ingresso ai resti di Olimpia in Grecia, e geograficamente vicino a Patrasso. Mentre quest’ultimo scalo, negli ultimi anni ha visto declinare drammaticamente il traffico di passeggeri, Katakolon ha di gran lunga superato quelle movimentazioni. Analogamente si potrebbe dire per Corfù rispetto ad Igoumenitsa o Kotor rispetto a Bar. E’ un cambiamento significativo in termini di “gerarchie” della portualità passeggeri che impongono riflessioni e azioni conseguenti anche in termini di pianificazione di infrastrutture e di servizi di accoglienza.

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Traghetti: ripensare il futuro Nel 2012 il crollo del mercato passeggeri e trucks, già evidente negli anni precedenti ha subito una brusca accelerazione. Per anni il traffico complessivo nella macroregione ruotava intorno alla cifra dei 7 milioni di movimenti, ma negli ultimi anni, soprattutto l’ultimo, il deterioramento dei traffici è stato molto rapido e oggi si contano circa 5,6 milioni unità. Per trovare annualità con cifre simili bisogna tornare al secolo scorso. Analoghe considerazioni possono essere fatte per i trucks. Nell’arco di quattro anni il mercato è diminuito di circa un terzo, sia sul fronte dei passeggeri che dei trucks. Sulla direttrice Greca, di gran lunga il mercato più significativo dell’area, sono scomparsi in quattro anni circa 870.000 passeggeri e 178.000 mezzi pesanti. Buona la tenuta di altri mercati nel quadriennio (Albania e Croazia), ma troppo piccoli per rimpiazzare i volumi di traffico della Grecia. Le prospettive a breve non sono buone: dal 2009 la Grecia ha perso il 25% circa del suo PIL e anche il commercio internazionale ha subito un enorme crollo. La ripresa, secondo le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale, non arriverà prima del 2015 e chiaramente sarà molto lenta e incapace di generare i volumi di domanda di trasporto a cui si era abituati nei periodi pre-crisi. Del resto anche il settore dello shipping legato ai traghetti sarà profondamente mutato. La situazione è particolarmente critica per le principali compagnie di navigazione. Considerando le perdite registrate dal 2009 si stima che nell’arco di un quadriennio le quattro principali compagnie di navigazione abbiano perso almeno 1 miliardo di euro. La ripresa economica ancora lontana mette a serio rischio la sopravvivenza stessa di alcune di queste compagnie. Inoltre molti altri Paesi del bacino Adriatico-Ionio sono in fase di recessione, in particolare Italia e Slovenia. Le economie meno colpite hanno dimensioni ridotte (Albania, Montenegro, Bosnia e Herzegovina) e non compensano sicuramente il crollo della domanda di trasporto degli altri Paesi. Sul traffico passeggeri lasciano ben sperare le previsioni sul 2013 di un incremento della domanda turistica verso la Grecia, in particolare da Paesi come Germania e Regno Unito. Tuttavia gran parte di questa domanda sarà soddisfatta dalle compagnie aeree low cost. Siamo di fronte ad un cambiamento strutturale della domanda che andrà ad incidere in maniera decisiva sull’offerta di trasporto via traghetto. Il futuro immediato sta nella ricerca di nuovi mercati. L’East Med presenta alte potenzialità, con Turchia, Israele e Libano, Paesi che, superata la recessione del 2009, hanno ripreso a crescere. L’instabilità politico-sociale dell’Egitto rappresenta invece ancora un forte limite allo sviluppo di quel mercato, nonostante i buoni indicatori macroeconomici. La Turchia è il mercato dalle potenzialità più immediate. Nel 2009 aveva conosciuto una recessione profonda, ma contrariamente alla maggior parte dei Paesi europei ne è imme-

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diatamente uscita. Oggi cresce ad un ritmo del 4% annuo e il Fondo Monetario Internazionale prevede incrementi più sostanziosi negli anni a venire. Una prova tangibile delle potenzialità della Turchia si trova proprio in Adriatico, nel porto di Trieste, dove i traffici ro-ro lungo quella direttrice non conoscono crisi. Da anni nel porto vi è un servizio regolare trisettimanale, e a gennaio 2013 in piena crisi economica europea, è stato avviato un

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nuovo servizio bi-settimanale. In genere si tratta di trailer e semitrailer provenienti da Istanbul e Mersin, che poi vengono caricati su treno e trasportati prevalentemente in Germania. E’ l’esempio più eclatante di quello che l’Adriatico dovrebbe offrire per riguadagnare competitività: presidio di nuovi grandi mercati, collegamenti regolari, servizi intermodali, sostenibilità ambientale. Ida Simonella

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Galliano Di Marco presidente Autorità Portuale di Ravenna

60 MILIONI DI EURO PER L’APPROFONDIMENTO DEI FONDALI Confermata la crescita dei traffici nel porto di Ravenna durante i primi 5 mesi dell’anno. Aumentano del 7,5% i container. Boom delle Autostrade del Mare (+80%) grazie all’attività di più operatori

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a Delibera del CIPE dell’ottobre scorso che assegna al porto di Ravenna 60 milioni di euro per la realizzazione del progetto di approfondimento dei fondali, il progetto “Hub Portuale di Ravenna”, è stata registrata dalla Corte dei Conti il 29 maggio 2013. Questo significa che ora tali risorse sono iscritte, vincolate e impegnate nel Bilancio dello Stato e, in maniera definitiva. Inoltre, l’efficacia di questa Delibera comporta che potranno essere definiti nel dettaglio alcuni importanti aspetti connessi alla progettazione, e perfezionati i procedimenti, volti alla sottoscrizione del contratto, in fase di avanzata istruttoria, con la B.E.I. (Banca Europea degli Investimenti) per l’acquisizione del finanziamento. Il prossimo passaggio sarà in Conferenza di Servizi con il progetto definitivo e poi nuovamente al CIPE per l’approvazione della progettazione definitiva dei lavori. A seguire si procederà con la pubblicazione della gara per l’appalto della progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori, da parte di un General Contractor. Il Presidente dell’Autorità Portuale, Di Marco ha dichiarato: “Ringrazio, ancora una volta, pubblicamente il mio team dell’Autorità Portuale, il Comune, la Provincia di Ravenna e la Regione Emilia-Romagna che hanno consentito, con il proprio impegno e supporto, il raggiungimento di un obiettivo tanto importante per la realizzazione del progetto di approfondi-

Il porto canale di Ravenna

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mento dei fondali del nostro scalo, ormai noto come Progettone”. Il porto di Ravenna, inoltre, conferma nei primi cinque mesi di quest’anno la crescita dei traffici, che aumenta del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2012. Si è registrata, infatti, nel periodo gennaio-maggio una movimentazione merci pari a 9,1 milioni di tonnellate, in crescita di 228 mila tonnellate sul 2012. Analizzando le differenti tipologie di merci, si vede che le merci secche hanno registrato una crescita di 38 mila tonnellate (+0,7%), mentre le rinfuse liquide sono diminuite di 76 mila tonnellate (-4,0%). Come già nei mesi precedenti, sono le merci unitizzate a registrare i segnali più positivi: le merci in container crescono di 98 mila tonnellate (+10,4%) e quelle su rotabili passano da 209 mila a 377 mila tonnellate, registrando un saldo positivo pari a 168 mila tonnellate (+80,6%). Tra le merci secche il dato più positivo è per i prodotti agricoli (+59,3%), grazie a una consistente importazione di granoturco proveniente perlopiù dall’Ucraina. In leggero recupero i prodotti metallurgici (+3,9%), per i quali, a causa della difficoltà di approvvigionamento dal porto di Taranto, da cui proveniva il 50% dei coils, si sono registrati nuovi porti di provenienza. Sono ancora in calo i materiali da costruzione (-7,8%), ma se si considera il trend mensile, dall’inizio dell’anno si sono riscontrati aumenti rispetto al mese precedente del 20%35%. Ad aumentare sono soprattutto le materie prime per le ceramiche. Per le rinfuse liquide, i chimici liquidi sono diminuiti dell’11%, mentre i prodotti petroliferi sono in calo 3,6%. In controtendenza le derrate alimentari liquide che grazie a un aumento dello import degli oli vegetali hanno riscontrato un aumento del 2,5%. Buono il risultato del traffico container, +7,5%, rispetto allo scorso anno. Il risultato migliore viene sempre dalla movimentazione trailer, infatti, sulla linea Ravenna - Catania il traffico CIN/Tirrenia e Grimaldi è stato complessivamente di 14.453 pezzi contro gli 8.864 dello scorso anno (+63,1%) cui si aggiungono quelli della nuova tratta Ravenna - Brindisi che sono stati 3.142. In totale il numero dei trailer nei primi quattro mesi è stato di 17.943 pezzi, in sostanza il doppio rispetto agli 8.992 dello scorso anno. Molto positivo anche il risultato per quanto riguarda la movimentazione di autovetture, che registra a Ravenna un aumento del 61,3%.

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Roberto Pesaresi presidente di Interporto Marche Spa

L'INTERPORTO DELLE MARCHE NEL CORE NETWORK Corridoi Europei: la diramazione ferroviaria Bologna - Ancona nell'Helsinki - La Valletta e Interporto Marche (Rail - Road Terminal) nel core network

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a strategicità di essere parte, per lo sviluppo del territorio di Marche e Umbria, del prolungamento del tracciato del Corridoio Baltico - Adriatico fino ad Ancona e dell'inserimento della tratta ferroviaria Bologna - Ancona come diramazione del Corridoio Helsinki - La Valletta, è stata affermata da una serie di azioni svolte in questi

anni.

Esse hanno consentito al porto di Ancona di essere inserito nel core network e all’Interporto delle Marche nel comprehensive network comunitario con l'obiettivo di intercettare i traffici che entrano nel Mediterraneo. Inoltre sono state create le condizioni per realizzare un collegamento con il corridoio Helsinki - La Valletta e con il Baltico - Adriatico. Infine, con l'approvazione al CIPE, è ora possibile procedere speditamente anche nei lavori per la realizzazione del bypass ferroviario di Falconara mentre Interporto Marche sta realizzando la sua “stazione” per l’inoltro diretto dei treni sulla linea anche in direzione Umbria. I corridoi TEN-T sono soprattutto ferroviari e sono finalizzati al potenziamento dell’intermodalità su cui si sta lavorando con grande impegno. Del resto il porto di Ancona e l'Interporto delle Marche rappresentano il volano strategico per la piena attuazione del progetto della Piattaforma Logistica delle Marche e per l'inserimento di questi nodi infrastrutturali in una logica di rete che miri a mettere in collegamento più territori e a favorirne lo sviluppo in coerenza anche con le decisioni "politiche" di queste due regioni. Sulla scorta delle delibere delle giunte di Marche e Umbria, Interporto Marche Spa e Sviluppumbria sono state incaricate di “produrre” intermodalità, integrando flussi di traffico e filiere merceologiche delle due regioni, attraverso una partnership di natura gestionale/commerciale attuando, di fatto, un esempio concreto di network tra nodi infrastrutturali, arricchito anche sotto l’aspetto delle funzioni e dei servizi, market oriented. I recenti aggiornamenti ci lasciano supporre che, nel corso del confronto Parlamento Europeo-ConsiglioCommissione Europea, il Corridoio Baltico - Adriatico, il cui tracciato sarebbe dovuto essere prolungato fino ad Ancona, così come votato in un emendamento del dicembre scorso dalla Commissione Trasporti del Parlamento Europeo, si fermi a Ravenna perché un nodo non può essere terminale di due corridoi. E’ stata però confermata la diramazione ferroviaria Bologna - Ancona del Corridoio Helsinki - La Valletta. Al termine di questo lungo confronto il MIT, Ministero Infrastrutture e Trasporti, ha inoltre ribadito l'inserimento dell'Interporto delle Marche nel core network, come "Rail - Road Terminal (RRT)" giacché strettamente collegato al porto core di Ancona e giacché vocato a sviluppare intermodalità. Questa scelta, in corso di approvazione in ambito comunitario, rappresenta la svolta definitiva riguardo al ruolo dell’Interporto delle Marche nel panorama intermodale italiano ed europeo e il rafforzamento della Piattaforma Logistica delle Marche. Fabio Lo Savio

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MERCI, PASSEGGERI O… ENTRAMBI L’Italia primeggia in Europa per il traffico merci e passeggeri, ma per mantenere la leadership c’è bisogno di osare

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stato pubblicato di recente l’ultimo rapporto Eurostat (dati relativi al 2011), l'ufficio statistico della Commissione Europea, sulle attività portuali. I primi dati che balzano agli occhi, in termini positivi, per il nostro Paese sono due: riguardo al trasporto merci l’Italia si posiziona al secondo posto, con 500 mln di tonnellate movimentate, subito dietro la Gran Bretagna con le sue 520 mln di tonnellate. Ma l’altro dato che fa sobbalzare è rappresentato dal traffico passeggeri che vede il Bel Paese primeggiare con ben 82 mln (su un totale di 385 mln dell’intera UE) oltretutto in calo del 7% rispetto al 2010. Dati molto positivi se non fosse che, nella “top ten” dei porti europei non c’è neanche un porto italiano, fatta eccezione per Messina all’ultimo posto della “top ten” passeggeri (con 8 mln di passeggeri). Del totale dei passeggeri circa il 50% è movimentato dalle compagnie che operano nel mercato crocieristico mentre la restante quota puramente traghettistica, si attesta a circa 35 mln di passeggeri (9% circa). Riassumendo, l’Italia primeggia nel trasporto marittimo sia esso merci o passeggeri, ma a fronte di tali primati deve contrastare le difficoltà di tipo strutturale e normativo che da sempre il settore sconta. Non va, infatti, dimenticato che la portualità italiana soffre di una serie di gap che non consentono di guardare al futuro con fiducia. Basti pensare alla lenta e farraginosa burocrazia e alla mancanza di coordinamento tra gli organi di controllo. Al gap infrastrutturale, legato alle carenze dei porti, all’assenza di aree logistiche e all’insufficienza di connessioni intermodali. Ai vuoti normativi, come l’inadeguatezza della L. 84/94, la scarsità di autonomia finanziaria delle Autorità Portuali e la mancanza di coordinamento e cooperazione tra porti. Sempre in ottica di analisi non si devono sottovalutare gli scenari che si stanno perfezionando nel mondo del trasporto marittimo. Per cogliere la trama futura occorre fare un passo indietro fino al 2008, anno pre - crisi. In quel periodo la richiesta di materie prime da parte della Cina

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era ancora in crescita esponenziale in funzione dell’export cinese che stava avviandosi a crescere nello stesso modo. Nonostante l’eccesso di stiva che già regnava nel mondo marittimo e, sebbene si fossero avviate numerose demolizioni, i “global carrier”, supportati dalle banche, avviarono piani di sviluppo basati sulla costruzione di navi di dimensioni sempre più grandi, dando, di fatto, il via alla corsa al “gigantismo navale” e al conseguente abbassamento dei noli marittimi, la cui offerta è inversamente proporzionali alla crescita dimensionale. La strada è quindi tracciata. Non essendo arrestabile la costruzione di navi giganti, occorre capire quali ricadute potrebbero aversi sul trasporto marittimo italiano. Si è allora a un punto di svolta. Puntare sulla traghettistica e quindi sul trasporto passeggeri, o su quello delle merci? La decisione non è facile in quanto, proprio i numeri lo dimostrano, la nostra portualità non ha una vocazione ben definita. Allora la soluzione potrebbe essere quella di orientare lo sviluppo dei porti verso specifiche specializzazioni che comportino adeguamenti e ammodernamenti differenti a seconda che si voglia sviluppare la traghettistica piuttosto che il trasporto dei contenitori. Quella della specializzazione dei diversi porti potrebbe essere la via maestra. Si potrebbero scegliere alcuni porti esclusivamente destinati alla movimentazione delle merci seguendo quelli che sono i criteri base: pescaggi, dotazioni infrastrutturali nell’area portuale, collegamenti con le reti Ten-T definite dall’UE e retroporto adeguato per attività d’intermodalità. È chiaro che essendo la maggior parte di porti italiani inadeguati sotto ogni punto di vista, saranno necessari investimenti ingenti, ma sempre mirati solo su alcuni porti, quelli che già oggi potrebbero candidarsi a ospitare grandi navi e traffici relativi. Gli altri porti potrebbero essere destinati alla movimentazione dei passeggeri, al Ro-ro e al transhipment ship-to-ship, con interventi minimi per quanto concerne le dotazioni infrastrutturali. Resta comunque il fatto che prima di mettere in campo tali scelte occorrerà sanare i gap di cui si diceva sopra, in particolare quelli legati alle Autorità Portuali e alla cooperazione tra le stesse. Non è più pensabile che si voglia affrontare il mercato globale con singoli porti che per dimensioni non rientrano neanche nei primi dieci d’Europa. Quindi ben vengano le collaborazioni, le reti e tutte quelle iniziative che regalino maggiore potere contrattuale e capacità di soddisfare le esigenze di un mercato che non accetta più le piccole dimensioni e che ha bisogno di elevata professionalità e servizi innovativi. Luigi Gagliardi

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Rodolfo Giampieri presidente CCIAA AN

IL PROGETTO CLUSTER CLUB FA TAPPA AD ANCONA Oltre 160 incontri tra imprese della Macroregione Adriatico Ionica per il rilancio dell’economia

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l 25 giugno si sono svolti nella splendida cornice del ristorante "Il Passetto" di Ancona gli incontri BtoB e BtoCredit tra operatori del settore della nautica diportistica e relativa filiera provenienti dall’Area Adriatico-Ionica. Sono state coinvolte oltre 70 imprese provenienti da Italia, Croazia, Serbia, Albania, Bosnia Erzegovina e Grecia.

L'iniziativa è stata organizzata dalla Camera di Commercio di Ancona, in collaborazione con la propria Azienda Speciale Marchet, nell'ambito del progetto Adriatic Economic Cluster Club cofinanziato dalla Commissione Europea mediante il Programma di cooperazione territoriale Adriatic IPA CBC. Oltre ai partner esteri, il progetto coordinato a livello di sistema camerale dall'Unioncamere Veneto, vede la partecipazione dell’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Pordenone - Concentro, e le Camere di Commercio di Brindisi, Chieti, Campobasso e Venezia. Gli incontri B2B, se ne sono svolti più di 160, hanno favorito opportunità commerciali per le imprese dell'Area che già operano o che vorrebbero operare nel settore della filiera nautica nonchè consentito uno scambio di conoscenza tra altre imprese dello stesso settore con l'obiettivo di presentare nuovi prodotti e servizi. In contemporanea ai BtoB si sono svolti anche gli incontri BtoCredit che hanno visto coinvolti la Simest e la Informest Consulting importanti realtà finanziarie e di assistenza tecnica a livello nazionale di supporto all'internazionalizzazione e alla penetrazione commerciale delle aziende italiane con particolare attenzione all'Area del Sud Est Europa. Hanno aperto i lavori, i saluti di Rodolfo Giampieri, presidente della Camera di Commercio di Ancona e del Forum delle Camere di Commercio dell'Adriatico e dello Ionio, e Michele De Vita, segretario generale della Camera di Commercio di Ancona. Entrambi hanno sottolineato l'importanza di mettere in campo azioni concrete per il rilancio dell'economia dei Paesi che andranno a far parte dal 2014 della Macroregione Adriatico Ionica il cui fulcro sarà proprio il mare, e quindi puntare sulla blu economy e sui settori in essa ricompresi come via prioritaria che gli enti camerali indicano al sistema economico e imprenditoriale dei propri territori. Sempre nell'ambito del progetto Adriatic Economic Cluster Club, e sempre nel contesto della settimana dell'ORC 2013 di Ancona, la Camera di Commercio di Ancona ha organizzato il 21 Giugno il Convegno "Marche e turismo nautico: un sistema di offerta per i mercati internazionali”, ed ha allestito per tutta la durata della manifestazione dei campionati di vela d'altura uno stand dedicato in cui è stato possibile per i visitatori avere informazioni sulle altre attività già poste in essere o programmate nell'ambito del progetto e ricevere gadget e materiali promozionali.

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www.cluseterclub.eu

.Porti e Portualità


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L’Italia dei turismi

a stagione turistica, a dispetto delle condizioni meteo, inizia a entrare nel vivo. Le aspettative, complici le solite criticità (IMU, tassa di soggiorno, IVA, tassazione costo del lavoro, ecc.) non sono elevate anche a causa della crisi che continua a imporre alle famiglie di tagliare i giorni di vacanza. Il nostro Paese, comunque, con le sue 248 Bandiere Blu per le spiagge (+2% rispetto all’anno scorso) e 62 vessilli per gli approdi turistici rimane una meta appetibile per turisti stranieri e italiani. Così come per il 2012 si punta soprattutto sui paesi BRIC strizzando l’occhio ai giapponesi che si prevedono in crescita dopo un periodo di rallentamento. Così, di là dalle attese, le speranze sono come sempre le ultime a morire. L’Italia, in effetti, è capace di un’offerta unica nell’area del

Mediterraneo grazie alla molteplicità dei suoi turismi: dal culturale al balneare, dalla montagna agli agriturismi senza disdegnare quello che spesso è poco valutato e che, invece, attira moltissimi utenti, ovvero quello termale. Nelle pagine seguenti, oltre alla voce di Enit e di alcune delle maggiori associazioni di categoria, abbiamo dedicato ampio spazio al sistema termale marchigiano. Tale rete di stazioni termali non solo è rinomata e attrattiva per molti turisti, in particolare italiani, ma permette di vivere un periodo di cure e benessere vicino a città d’arte, territori di rara bellezza e, cosa che non gusta mai, tipicità culinarie tra le più apprezzate in tutto il mondo. www.italia.it Giuseppe Canducci

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IL TURISMO ESIGE DIALOGO Tavoli di lavoro e concertazione per decidere, insieme, sulle politiche inerenti al turismo

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Claudio Albonetti presidente nazionale Assoturismo

on Claudio Albonetti presidente nazionale di Assoturismo e imprenditore marchigiano nel settore alberghiero, abbiamo discusso in duplice chiave delle questioni inerenti al settore.

Presidente, iniziamo dal quadro nazionale… “Le questioni sono le solite. Il turismo è un fenomenale volano economico per il sistema Paese, ma vi sono dei nodi irrisolti, sempre gli stessi, da tanti, troppi anni”. Quali? “Fisco, costo del lavoro, infrastrutture, senza dimenticare l’errore che è stato compiuto con la modifica del titolo V della Costituzione. C’è poi il problema della comunicazione del “brand Italia” nel mondo, che a oggi, è il reale mercato di riferimento”. Su cosa si potrebbe lavorare per risolvere una o più delle questioni di cui sopra? “Bisogna ripartire dall’impresa, oggi le imprese sono troppo vessate, finché sarà così, è impossibile una ripartenza reale. In questo nuovo scenario economico, nella migliore delle ipotesi, e permanendo nell’attuale situazione, possiamo sopravvivere, nella peggiore chiudere! Alla luce di questo vanno pensati nuovi accordi fra imprese e mondo del lavoro. Riflettiamo su nuovi equilibri che possano riguardare imprese e lavoratori. Pensiamo in maniera nuova, fuori da vecchi schemi, cerchiamo di creare un nuovo accordo fra imprese e sindacati dei lavoratori, in modo che insieme, seduti dalla stessa parte del tavolo, si riesca a imporre nuovi sistemi operativi alla politica, forse in questo modo riusciremo ad avere la forza per uscire da questa difficilissima situazione”. Veniamo al locale. Che opinione ha delle politiche turistiche della sua Regione? “Io lavoro a Senigallia, a questo Comune posso solo fare i complimenti per il lavoro svolto in questi anni che ha permesso alla città di posizionarsi in maniera valida nel sistema turistico Adriatico. Il programma stesso degli eventi è molto ricco e ben distribuito su tutta la stagione estiva”. E la Regione Marche? “La Regione sta lavorando molto sul turismo. Anche qui si sta operando al fine di organizzare eventi e iniziative che puntano all’incoming. Tuttavia credo sia opportuno che la Regione Marche sia più incline a un dialogo con gli operatori e le associazioni che le rappresentano. Anche in questo caso sarebbe necessario concertare insieme alcune iniziative, (più che fare fiere, bisogna cavalcare i media e usare la rete). Ricordiamoci che il turismo non è una manifattura, il turismo è emozione e segue schemi differenti rispetto alle altre eccellenze di questa nostra bella terra! Del resto perché esistono sia l’ICE sia l’ENIT, se la prima, infatti, si occupa dell’export dei prodotti, la seconda ha come obiettivo quella dell’import dei turisti e delle loro emozioni”. Gabriele Costantini

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MANCA UN PROGETTO NAZIONALE SUL TURISMO Bene l’impegno dei comuni per le certificazioni delle strutture turistiche, ma la crisi e l’elevata tassazione non lasciano spazio all’ottimismo

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l turismo italiano sta vivendo un periodo di difficoltà che non è solo figlio della crisi, ma della mancanza di un progetto nazionale che interpreti il settore alla stregua degli altri. Ne abbiamo parlato con il Presidente di Federturismo Federico Iorio, partendo dalle note positive, il numero di Bandiere Blu (248 +2% rispetto al 2012) assegnate all’Italia. “L’incremento delle Bandiere Blu registrato quest’anno – dice Federico Iorio - è il risultato di una sempre più attenta sensibilizzazione da parte dei comuni nei confronti dei processi di certificazione delle strutture turistiche del territorio. Il modello di sviluppo economico sostenibile è la strategia vincente per il futuro del nostro Paese, ne dobbiamo avere consapevolezza tutti, ma a maggior ragione chi ha la responsabilità di amministrare i nostri territori. L'interesse per la sostenibilità e per la protezione dei beni è insito nella natura industriale dell'attività turistica, natura che, per definizione, opera sulla base di strategie di medio termine, con una visione ampia dei mercati e dell'orizzonte temporale in cui proiettare i flussi turistici”. La crisi economica non accenna a frenare, quali sono state e quali potrebbero essere le ripercussioni sugli operatori nel caso la situazione perdurasse? “La crisi economica ha colpito oltre il 76% delle imprese turistiche e l’industria turistica italiana oggi è chiamata a pagare un prezzo molto alto, a confronto con altre destinazioni che presentano costi d’impresa nettamente inferiori ai nostri. La pressione fiscale sulle imprese italiane è la più alta in Europa, per le imprese ricettive in particolare il carico fiscale è aggravato dall’incidenza delle imposte locali, quali Imu, tassa sui rifiuti e imposta di soggiorno. Se si vuole evitare il rischio collasso per molte imprese turistiche, è necessario che il Governo adotti al più presto politiche fiscali, finanziarie e del lavoro che tengano conto delle caratteristiche strutturali del settore e che portino a un modello più equo e diffuso, a cominciare dalla tassa di soggiorno, che deve essere rivista e trasformata in tassa di scopo per non gravare solo sul settore puramente ricettivo”. Quanto hanno inciso l’IMU, la tassa di soggiorno e quella di stazionamento delle imbarcazioni a oggi? “Le imprese del settore sono sottoposte a un livello di tassazione trasversale insostenibile per cui occorre prevedere meccanismi di riduzione, compensazione o rateiz-

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Renzo Iorio presidente Federturismo

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zazione di quelle più onerose come l’IMU. Pressioni fiscali così gravose, solo l'Imu per un albergo di 100 camere in centro a Milano potrebbe arrivare fino a 100.000 euro, sono contrarie alle politiche di sviluppo e indeboliscono ulteriormente il rilancio del settore turistico, chiave per la crescita del nostro Paese. Anche la tassa di stazionamento sui posti barca, se pur modificata, ha determinato per le imprese una perdita di circa 10mila posti di lavoro. E’ giunto il momento di riconoscere il ruolo strategico del turismo per l’economia del Paese per il quale è necessario che il Governo intervenga urgentemente evitando improduttivi aumenti delle tasse in un momento già di austerità. Un primo passo in questa direzione a favore del mercato della nautica e del diporto proviene dalla norma introdotta nel Decreto del Fare approvato dal Consiglio dei Ministri che prevede la cancellazione della tassazione per le imbarcazioni fino a 14 metri di lunghezza e la riduzione delle aliquote per le unità fino a 20 metri”. Quali sono le richieste avanzate al nuovo Governo da parte di Federturismo? “In un momento di grande difficoltà per tutta l'economia nazionale, il turismo è uno dei settori su cui occorre puntare per creare occupazione e sviluppo. Per questa ragione abbiamo inviato al nuovo Governo una serie di proposte concrete, relative alla governance del turismo, alla semplificazione amministrativa, alla riduzione della spesa e all’aumento della produttività, all’alleggerimento della pressione fiscale per ridare slancio a un settore che ha ancora ampi margini di crescita inespressi”. Ci sono delle previsioni sull’andamento della prossima stagione turistica? “Per quest’estate gli operatori turistici non hanno grandi aspettative: prevedono un leggero calo degli arrivi e delle presenze degli stranieri e una più consistente diminuzione dei flussi di turisti italiani. Per quanto riguarda l’incoming, si registrerà un leggero incremento di turisti tedeschi, statunitensi e giapponesi, mentre diminuiranno francesi e britannici. Dinamiche positive sono previste anche per i turisti provenienti dai paesi Bric, dall’Argentina e dall’Europa dell’Est”. Quali saranno le mete privilegiate dai turisti italiani ed esteri? “Le mete preferite dagli italiani saranno quelle più vicine ai nostri confini, Croazia, Spagna e Grecia anche per il migliore rapporto qualità-prezzo rispetto al nostro prodotto balneare che registra una leggera flessione. Il turismo culturale e d’arte occuperà anche quest’estate i primi posti nella classifica dei prodotti turistici preferiti dai viaggiatori”.

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LE TERME CONSERVANO LA TUA SALUTE E AGGIUNGONO BENESSERE

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Associazione Terme delle Marche è operativa sul territorio regionale da qualche anno e ha riunito sei stazioni termali che hanno sottoscritto tutti gli adempimenti attesi dallo statuto.

Lo stesso prevede una serie di iniziative rivolte ad una adeguata comunicazione delle attività delle stazioni termali ed anche all’organizzazione, alla formazione del personale, ai collegamenti con l’Università Politecnica delle Marche e le strutture sanitarie del territorio; allo sviluppo, insomma, di una cultura termalistica che sia utile agli operatori e apporti benefici alla salute degli utenti. Le terme delle Marche hanno da sempre una vocazione salutistica. Sono a tutti gli effetti delle strutture sanitarie nate poi cresciute e sviluppate per lo sfruttamento delle proprietà terapeutiche delle acque mineralizzate di cui la regione è molto ricca. Fin dai tempi antichi le proprietà terapeutiche delle acque, ancora oggi utilizzate, erano note. Sono però cambiate sono le tecnologie di utilizzo. Se andiamo a riguardare la storia, vediamo che quasi tute le nostre stazioni termali hanno avuto il loro primo sviluppo nei primi decenni del secolo scorso, nel dopo guerra sono state modernizzate ed ampliate, attualmente sono all’avanguardia per le modalità di sfruttamento e per i risultati conseguiti, certificati in molti casi, da studi

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scientifici appropriati. Naturalmente seguendo la tendenza oramai diffusa, le nostre stazioni termali si sono anche dotate di tutte quelle strutture ed attrezzature funzionali al raggiungimento del “benessere” e della bellezza estetica. Una caratteristica assolutamente peculiare delle stazioni termali marchigiane è la loro vicinanza e in qualche caso contiguità con i alcune importanti location turistiche della regione o territori limitrofi: le Terme di Acquasanta vicine ad Ascoli Piceno e ai monti della Laga; le Terme di Sam Giacomo di Sarnano inserite in un borgo medioevale circondato da bellezze naturali; le Terme di Santa Lucia di Tolentino che si avvalgono del contorno storico culturale della città; le Terme San Vittore di Genga con adiacenti le Grotte di Frasassi; le Terme Raffaello di Petriano a pochi chilometri da Urbino; le Terme di Montegrimano alle falde del monte Titano nei pressi di San Marino. Un mix insomma di salute, benessere, storia e cultura che fa bene al corpo e allo spirito. Fabrizio Scoccia

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TERME SANTA LUCIA Terme di S. Lucia si trovano a 3 Km da Tolentino su di un colle all’altezza di 450 m sul livello del mare a ridosso di un fitto bosco secolare. Lo stabilimento termale, funzionante fin dal 1937, è immerso in un parco dotato di zone riposo e zone gioco attrezzate per i bambini. Accanto ai normali reparti, le Terme hanno creato un reparto riservato ai bambini che effettuano cure inalatorie. Seggiolini ad altezza variabile, arredi giocosi e colorati: tutto l’ambiente è stato studiato per dare particolare comfort ai piccoli pazienti e, in adiacenza alla zona cure, è stato attrezzato un angolo di attesa dotato di giochi, in modo da rendere meno pesanti i cicli di cure ai bambini e ai familiari che li accompagnano. A tal proposito vengono eseguiti esami audiometrici ed impedenzometrici gratuiti a tutti i bambini che effettuano un ciclo di cure termali. Oltre alle cure termali, le Terme di Santa Lucia mettono a disposizione un presidio ambulatoriale di recupero e rieducazione funzionale, un centro di medicina dello sport, un poliambulatorio specialistico e un centro estetico, il tutto in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.

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Cure Termali cura idropinica cure Inalatorie cure balneoterapiche e ginecologiche centro di pediatria termale centro di cura della sordità rinogena

Viale Terme Santa Lucia · 62029 Tolentino (MC) Tel. +39 0733 968227 · Fax +39 0733 958042 www.termesantalucia.it

ACQUASANTA TERME

strada nazionale Salaria, a 18 chilometri da Ascoli Piceno si trovano le Terme di Acquasanta situate nel comune di Acquasanta Terme ad un’altitudine di m.400 ai confini dei parchi Nazionali del Gran Sasso e Monti della Laga e dei Monti Sibillini. Il complesso attrezzato per cure termali, fisioterapiche e riabilitative in acqua sulfurea, è convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale. Le Terme di Acquasanta sono particolarmente rinomate per l’alta qualità delle cure praticate quali fanghi-bagni-bagni con idromassaggio. Le acque sono classificate tra le sulfuree salse e indicate per le affezioni dell’apparato respiratorio, della sordità rinogena e per tutte le patologie otoiatriche e reumoartropatiche. Lo stabilimento termale è direttamente collegato all'Albergo Italia, con piscina e centro benessere.

Sulla

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Cure Termali inalazioni aerosol nebulizzazioni o polverizzazioni docce nasali docce nasali micronizzate insufflazioni endotimpaniche politzer ventilazione polmonare assistita fangoterapia fangobalneoterapia con idromassaggio balneoterapia + idromassaggio massaggio

Via Bagno, 59 · 63041 Acquasanta Terme (AP) tel/fax +39 0736 801268 · tel +39 0736 801269 www.termeacquasanta.it

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TERME DI SARNANO acque delle Terme di Sarnano scaturiscono da tre fonti distinte: Terro, San Giacomo e Tre Santi. Ognuna di queste acque ha una differente composizione e presenta quindi delle caratteristiche proprie, quelle di San Giacomo e Tre Santi sono acque oligominerali di tipo bicarbonato calciche, mentre la fonte Terro è un acqua minerale di tipo sulfureo-salsa. Entrare alle terme significa affidarsi alla consulenza dei migliori medici specialisti e di operatori esperti, in grado di creare percorsi personalizzati per la cura, la salute e il benessere. Lo stabilimento è in grado di offrire cure inalatorie e per sordità rinogena, balneoterapie termali e sulfuree, fangoterapia, cure idropiniche, medicina specialistica, reparto pediatrico, reparto di riabilitazione e fisioterapia. Annesso al centro termale anche l'hotel Le Fonti, direttamente collegato ai reparti, dove trascorrere un rigenerante soggiorno. Nel centro è inoltre possibile avvalersi si consulenza di medica specialistica (otorinolaringoiatria, idrologia medica, medicina dello sport, fisiatria e allergologia), servizio di audiologia, servizio di spirometria, rieducazione respiratoria, centro di fisioterapia e riabilitazione e percorsi natura-fitness

Cure Termali cura idropinica cure inalatorie cure inalatorie per bambini Inalazioni a getto diretto aerosol insufflazioni-politzer nebulizzazione docce nasali humage balneoterapia termale fangoterapia

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Viale Baglioni, 14 - 62028 Sarnano (MC) tel. 0733 657274 · fax 0733 658290 www.termedisarnano.it

TERME DI RAFFAELLO

Terme di Raffaello sono immerse nelle verdi e incontaminate colline del Montefeltro, a due passi da Urbino, dove il benessere si sposa con l’arte e la natura. Lo stabilimento termale è in grado oggi di sfruttare al massimo le proprietà curative delle proprie acque sulfureo – solfato – bicarbonato – alcalino - terrose, offrendo ai suoi ospiti numerosi trattamenti per la cura e il benessere del corpo e dello spirito. A rendere unico questo posto sono proprio le acque termali della Fonte “La Valle”, che sgorgano dalla terra a 14° di temperatura. Le acque delle Terme di Raffaello sono potenti antinfiammatori e contribuiscono a rinforzare le naturali difese dell’organismo. Da esse trovano giovamento disturbi dell’apparato respiratorio, delle ossa, dei muscoli, della pelle e dell’apparato circolatorio. Lo stabilimento termale offre cure convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale. L’Oasi Spa, il centro benessere delle Terme di Raffaello propone trattamenti estetici personalizzati e percorsi wellness in piscina all’insegna del relax psico-fisico.

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Cure Termali fanghi inalatorie irrigazioni nasali docce micronizzate inalazioni aerosol aerosol sonico humage nebulizzazione insufflazioni per la cura della sordita' rinogena ciclo integrato della ventilazione polmonare fangobalneoterapia bagni con idromassaggio per postumi di flebopatia di tipo cronico (vasculopatia) massaggi riabilitazione motoria piscina termale con gli idropercorsi vascolari

Via San Gianno 7 · 61020 Petriano (PU) tel. 0722 355.111 · 0722 355.003 fax 0722 355.867 www.termediraffaello.it

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TERME DI MONTEGRIMANO terme di Monte Grimano hanno un’antica storia che risale all’epoca romana. Dal 1900 in poi, anno in cui venne inaugurata la prima “Stagione idroterapica” di Monte Grimano Terme, furono condotte numerose analisi su queste acque, tutte comprovanti le loro speciali qualità salutistiche. Nello stesso anno le acque minerali furono analizzate nel laboratorio d’Igiene di Faenza dal Professor Ugo Biffi, noto per le ricerche sulle acque termali, che così concludeva la relazione che accompagnava il referto analitico: “....da confronti fatti mi sono convinto che queste acque, sono da annoverarsi tra le migliori salso-iodiche conosciute”. Oggi la purezza e le caratteristiche delle acque vengono controllate costantemente dal Dipartimento d’Igiene e Sanità Pubblica dell’ASUR di Urbino. Le terme di Montegrimano sono convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale e con l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino concede a tutti i cittadini sammarinesi un ciclo di 12 giorni di cure termali per due volte all'anno purchè si tratti di due diverse patologie. All’interno della struttura si svolgono anche prestazioni sanitarie e diagnostiche e medicina estetica.

Cure Termali cure Idropiniche irrigazioni nasali docce nasali micronizzate inalazioni aerosol e aerosol sonico humage nebulizzazione insufflazione endotimpanica transtubarica politzer crenoterapico ventilazione polmonare fangoterapia balneoterapia massofisiokinesiterapia dietologia terapia del dolore

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C/o Centro Salute Erba Vita Viale Martiri della Resistenza, 1 61010 Monte Grimano Terme (PU) tel. 0541 972057 / 0541 972128 · fax 0541 975000 www.montegrimanoterme.it

TERME SAN VITTORE GENGA necropoli protovillanoviana di Pianello ed i numerosi reperti rinvenuti nelle Grotte dei dintorni fanno presupporre che le popolazioni preistoriche qui insediate conoscessero questa fonte. Le sue acque solfuree erano utilizzate dai romani. Venendo ai tempi più recenti, nel 1922, in frazione S. Vittore, un piccolo stabilimento termale iniziò l’attività, accogliendo ospiti provenienti dalla Regione e dal centro Italia. La costruzione del complesso termale alberghiero si è sviluppata in momenti diversi e ha assunto l’attuale struttura nel 1965, anno nel quale furono ristrutturati e ampliati tutti gli impianti. Nel 2001 sono stati completamente rinnovati sia gli ambienti che le apparecchiature del reparto inalatorio e della sordità rinogena. Successivamente è stato creato il reparto pediatrico ed è stato computerizzato l'intero processo di erogazione delle cure inalatorie introducendo il sistema di sanificazione automatico di tutti gli apparecchi inalatori. Tali innovazioni hanno fatto acquisire alle Terme S. Vittore di Genga un sempre maggiore rilievo, sia a livello regionale che nazionale con conseguente incremento degli utenti grazie anche al miglioramento degli impianti e dei servizi. Le cure sono convenzionate con il S.S.N., l’INPS, l’I.N.A.I.L.

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Cure Termali fanghi bagni aerosol inalazioni a getto aerosol sonico aerosol jonico humages nebulizzazioni docce nasali, docce nasali micronizzate nebulizzazioni insufflazioni endotubariche massaggi, massaggi shatzu esami audiometrici esami impedenziometrici

Fraz. S. Vittore n. 8, 60040 Genga Stazione (AN) tel. 0732/90444-90445 · fax 073290446 www.termesanvittore.it

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VACANZE: LA BILANCIA PENDE DALLA PARTE DEL NOSTRO PAESE I mercati extra - Ue hanno fatto segnare un introito di 32 miliardi di euro, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente

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riconducibile ai mercati extra - Ue la crescita considerevole della spesa turistica dell’Italia nel 2012 che, secondo i dati della Banca d’Italia, ha fatto segnare un introito di 32 miliardi di euro, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente. Ai vertici della classifica figurano i Paesi Bric, dove si registra in forte ascesa la spesa dei turisti provenienti dalla Russia (+28,8%), dalla Cina (+29%), dall’India (+42,5%). In aumento anche gli introiti dagli USA (+7,7%), dall’Australia (+11,2%) e dal Giappone (+12,5%).

Questi numeri confermano i risultati dell’Indagine che l’Agenzia-ENIT ha condotto attraverso la sua rete estera, sul fronte del turismo organizzato, presso i principali Tour Operator per verificare l’andamento delle vendite del prodotto - Italia nella stagione turistica estiva ormai avviata. In riferimento alla Cina anche il sondaggio della CNTA (China National Tourism Administration) evidenzia nei primi tre mesi di quest’anno, un trend in ascesa dell’outgoing verso l’Italia del 28,8% superiore a quello registrato dalle altre destinazioni europee. Ottimo piazzamento del Brasile (+10% di vendite rispetto all’estate scorsa), dell’Argentina, dell’India (incremento compreso tra il 510%), dell’Australia (+15% di aumento di vendite di cataloghi), del Giappone che si ripresenta prepotentemente nello scenario dei viaggi dove i Tour Operator segnalano incrementi variabili, ma tutti a due cifre. Fra i mercati lontani s’impone sempre più la Russia – le cui previsioni di crescita per i prossimi anni confermano una dinamica tra le migliori al mondo – con vendite superiori al 15% e richieste sempre maggiori per l’Emilia Romagna, la Riviera del Veneto, la Riviera di Ulisse, Sicilia, Sardegna, Ischia e Costa Amalfitana, Liguria.

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Gli USA continuano la loro robusta crescita e l’indagine dell’ENIT suggerisce per la stagione estiva italiana buoni risultati con incrementi oscillanti tra l’8 e il 25%. Tra le Regioni le più gettonate risultano la Toscana, il Lazio, il Veneto e la Campania. Buone le previsioni anche per l’inbound dal Canada. Segnali di continuità si registrano dai turisti provenienti dagli Emirati Arabi che, secondo i Tour Operator, richiedono esclusivamente pacchetti individuali, su misura e l’offerta dei laghi, della montagna italiana, delle località termali. Sul fronte dei bacini tradizionali, nei Paesi europei il dato più rilevante indica “stabilità” nelle vendite del Catalogo Italia rispetto alla scorsa stagione turistica: la maggior parte dei cittadini comunitari non rinuncia alla vacanza a causa della crisi economica, ma favorisce il turismo domestico, preferendo viaggi short break. Fra otto top destinazioni europee, l’Italia sarà al primo posto per tedeschi e austriaci, olandesi, belgi e svizzeri; buono l’andamento dal Regno Unito e dalla Francia; stabile dalla penisola iberica e dall’area scandinava. “Il nostro è un Paese che può permettersi di offrire turismo per dodici mesi l’anno e deve cercare di farlo – rileva il Presidente dell’ENIT, Pier Luigi Celli – L'Italia del turismo ha comunque il potenziale per reggere meglio e più flessibilmente la crisi. Magari ci sarà un riposizionamento a tipi di fruibilità di servizi più a buon mercato, ma bisogna cercare di rispondere in maniera adeguata e tempestiva alle richieste e ai bisogni di un numero sempre maggiore di turisti, provenienti soprattutto dai nuovi mercati, che coltivano il sogno del viaggio in Italia e desiderano concretizzarlo al più presto".

www.enit.it

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NON AFFOSSIAMO IL MERCATO DELL’AUTO

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Europa dell'auto vede rosso, ma la crisi quando finirà di mordere? La situazione non è rosea nemmeno per il settore del noleggio, anche se, dati alla mano, la condizione non è così grave come per l’intero comparto e, se non fosse per questa tenuta, il quadro sarebbe ancora più drammatico.

Il Governo italiano è ancora immobile di fronte a questo e, anzi, fra tasse e accise, spinge il Paese verso la de-motorizzazione. Non sarebbe forse il caso che l’Italia s’ispiri agli altri Paesi Ue? L’industria dell’auto rappresenta il secondo macro comparto della nostra economia, l’11% del Pil, ma le tante e troppe tasse, gli aumenti incontrollati dei costi di gestione (carburante e assicurativi) rendono difficile la ripresa del settore. Nel leggere i dati che di seguito riportiamo, ricordiamo sempre che su dieci auto nuove di fabbrica quasi due sono utilizzate per l’attività di noleggio a breve o lungo termine.

CRESCE (POCO) IL SETTORE DEL NOLEGGIO Variazioni minime a rialzo per il noleggio a lungo termine e leggera flessione per quello a breve termine

Il settore del noleggio veicoli 2012 - 2013 rescono, seppur di poco, fatturato e flotta circolante mentre subiscono un nuovo stop le immatricolazioni di veicoli. Questi i segnali contrastanti mostrati dagli indicatori del settore del noleggio veicoli a breve e lungo termine nei primi tre mesi del 2013. Dopo un 2012 che ha visto il settore mantenere intatto il proprio giro d’affari intorno ai 5 miliardi di euro con un parco circolante di 670mila veicoli e, nonostante il calo registrato sul fronte delle immatricolazioni per la prima volta in modo così deciso, -15%, il noleggio veicoli ha visto salire al 17% (ad aprile 2013 fino al 22%) la propria incidenza sul mercato nazionale di vetture nuove: su dieci auto nuove di fabbrica, quasi due sono utilizzate per attività di noleggio a breve e lungo termine. Un trend che fornisce utili indicazioni anche sull’evoluzione dei consumi del bene auto nel nostro Paese e che conferma la capacità del settore di garantire, anche nella fase più acuta della crisi, una stabilità dei costi, fungendo da “sostegno finanziario” alle aziende in crisi di liquidità e vessate dal cronico ritardo dei pagamenti da parte della PA. I primi tre mesi del 2013 confermano l’andamento del settore già evidenziato nel 2012. Il fatturato delle attività di noleggio a breve e lungo termine tiene il passo con un +0,4%, risultato decisamente positivo, se raffrontato alla profonda crisi attraversata dall’intera filiera del settore auto. A farne le spese sono soprattutto

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www.aniasa.it

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le immatricolazioni di veicoli che nel raffronto 2013-2012 appaiono in forte contrazione con un -18%, dato che risente soprattutto del minore apporto proveniente dal noleggio a lungo termine (-23%), alle prese con proroghe dei contratti e con una maggior anzianità del parco circolante. Resiste alla crisi anche la flotta circolante, rimasta stabile nel confronto con i primi tre mesi dell’anno scorso, seppure in leggero calo rispetto a quella di fine 2012. La sostanziale tenuta del numero dei veicoli in flotta conferma la stabilità del portafoglio clienti: 65mila aziende e 2.400 PA e oltre 4,6 milioni di contratti di short term ogni anno.

Il noleggio a breve termine nel 2012 e prime indicazioni sul 2013 er il breve termine il 2012 è stato l’unico degli ultimi dieci anni a registrare una decrescita. Su tutti i principali indicatori negativi, il picco della contrazione d’immatricolazioni (-22%) con 25.000 targhe in meno del 2011. Gli operatori del rent-a-car hanno utilizzato 19.000 vetture provenienti dagli operatori del noleggio a lungo termine attraverso il cosiddetto rent-to-rent (+20% del fenomeno vs 2011). Il giro d’affari del comparto è rimasto sopra il miliardo di euro, a fronte di una domanda nazionale in calo: più consistente la riduzione del segmento business (viaggi d’affari: -11%) e replacement (auto sostitutiva: 15%) rispetto a quello turistico (–5%) che beneficia anche della domanda proveniente dall’estero. Infatti, gli aeroporti, naturale punto di accesso dei flussi dagli altri Paesi, hanno sofferto (–6%) circa la metà delle stazioni di noleggio collocate nei centri cittadini (–11%), tanto che i clienti italiani hanno visto diminuire la propria incidenza sul totale dal 61% al 57%. La domanda di “low-cost”, soprattutto presso le location aeroportuali, si è consolidata nelle abitudini dei clienti e gli operatori si sono attrezzati con contenuti di servizio alternativi rispetto alle classiche promozioni. I clienti del rent-a-car hanno fatto oltre 4,6 milioni di noleggi (erano 4,8 nel 2011, -4%), riducendo il numero dei giorni di noleggio (-9%) e la durata media degli stessi (5%). Il 13% delle stazioni presso le location aeroportuali hanno prodotto il 54% del giro d’affari, mentre il

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.Flotte aziendali


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restante 46% del fatturato è stato generato presso il down-town. Nei primi tre mesi dell’anno il giro d’affari del settore si è ridotto del 3% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Si tratta comunque del periodo meno intenso per le attività del comparto: incide in modo non decisivo sulla performance annuale, particolarmente incentrata sulla stagione estiva. Da gennaio a marzo di quest’anno la domanda di noleggi si è contratta (-3%) e ha dato luogo a contratti di durata più contenuta, ribadendo un trend, quello delle vacanze più brevi spesso legate ai cosiddetti “ponti” o weekend lunghi (-6%). La minor richiesta di noleggio ha spinto gli operatori del rent-a-car a immatricolare quasi 2mila veicoli in meno del 1° trimestre 2011, contribuendo alla contrazione della flotta di circa 6.530 unità. Il calo si è fatto sentire soprattutto presso le stazioni dei centri cittadini che hanno subito un calo del giro d’affari pari all’8%; in controtendenza, il fatturato proveniente dai desk aeroportuali è cresciuto del 3%, a testimonianza della domanda leisure.

Il noleggio a lungo termine nel 2012 e prime indicazioni sul 2013 el 2012 i principali indicatori del noleggio a lungo termine, immatricolazioni a parte (-10,9%), hanno tutti esibito valori positivi, in crescita rispetto al precedente anno. Il fatturato da contratti di noleggio, ha registrato un significativo +1,8% che l’ha portato a un passo dalla soglia dei 4 miliardi di euro. Torna a crescere anche il dato sul fatturato da rivendita dell’usato (+11,5%), oggi oltre un quinto del business totale del comparto: sono stati venduti oltre 164mila veicoli usati provenienti dal noleggio, tutti sottoposti a regolare manutenzione e a periodici controlli. Il fatturato complessivo, determinato da contratti di noleggio (incluso prelease) e rivendita dell’usato, supera così la soglia record di 5 miliardi 133 milioni e segna un netto +4% nel raffronto con il 2011. Altro dato utile per determinare lo stato di salute del settore è quello sulla flotta media, un +1,3%, a conferma che i clienti che si affidano al noleggio difficilmente tornano indietro. I contratti sono prorogati: la durata media è di 43,8 mesi e il minor numero d’immatricolazioni registrano un’evidente inversione di tendenza rispetto alla crescita di due anni fa, diminuendo di oltre 20mila unità, una riduzione comunque meno incisiva di quella patita dai privati. L’orientamento della clientela è verso vetture di fascia più economica e con minori spese legate alla gestione e ai consumi di carburante (“down-grading”): le “auto premium” in noleggio a lungo termine costituiscono oggi il 24% del totale. Il raffronto tra i dati del 1° trimestre 2013 e quelli dello stesso periodo del 2012 conferma l’andamento delle attività di noleggio a lungo termine, già intravisto soprattutto nelle seconda metà del 2012. Gli effetti della crisi continuano a farsi sentire. Potrebbero aver inciso, inoltre, le penalizzanti manovre sulle flotte aziendali dello scorso anno (“Legge Fornero” e “DL Stabilità”), entrate concretamente in vigore a gennaio 2013. Nonostante tutto questo, il giro d’affari del settore long term evidenzia un +1%, pur a fronte di un nuovo consistente calo del dato sulle immatricolazioni (-23%): in tre mesi si sono “perse” oltre 10.000 targhe. Il portafoglio clienti resta stabile e le aziende continuano a preferire una proroga dei contratti, allungando pertanto il periodo di permanenza dei veicoli nel parco auto. Anche con una flotta circolante sul primo trimestre 2013 vs 2012 crescente (+1%), si è tuttavia verificata una leggera contrazione del numero totale di veicoli in flotta rispetto alla fine del 2012.

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A cura di Giulia Jorini

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Flotte aziendali

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ECONOMIA PUGLIESE: IN CALO EXPORT ED INVESTIMENTI Secondo un recente studio della Banca d’Italia, il 2012 è stato l’anno in cui la produzione pugliese ha registrato un’ulteriore battuta d’arresto; eppure, rispetto alle altre realtà meridionali, il “tacco d'Italia” annovera molte aree nelle quali la congiuntura economica manifesta i propri effetti in maniera diversificata, travolgendo aziende e lavoratori. I vari settori di mercato, dunque, subiscono e reagiscono con modalità differenti. “L’inizio della crisi è di origine creditizia e si è generata in mercati molto lontani – ha detto Sergio Magarelli, Direttore della Filiale di Lecce della Banca d’Italia. Ad essa si sono aggiunti poi fattori economici quali la diminuzione della qualità del credito e la sofferenza delle banche”. Passando alla lettura dei dati salta subito all’occhio come, nel 2012 la produzione nel comparto industriale regionale si è ridotta, soprattutto rispetto alla media del periodo pre-crisi. L’indagine a campione su circa 330 aziende con almeno 20 addetti, ha evidenziato una riduzione del fattura-

to del 2% da ricondurre al calo delle vendite. Anche l’andamento delle esportazioni, crescente fino al 2012, nel primo trimestre 2013 ha tradito le attese. Nonostante l’ottimo apporto di meccanica, trasporto e prodotti chimico-farmaceutici, va segnalato il calo delle vendite nel settore della siderurgia (con l’ILVA a fare da capofila). Per il quinto anno consecutivo anche gli investimenti calano e continuando a non investire si erode il potenziale produttivo della regione. A livello congiunturale, dal punto di vista occupazionale, nel 2012 il numero complessivo degli occupati è rimasto sostanzialmente invariato ma è elevato il calo delle ore lavorate. La spiegazione è semplice: intensità dell’utilizzo del lavoro, maggiore ricorso ai part-time, cassa integrazione e minor ricorso agli straordinari. Il reddito disponibile dei lavoratori quindi si riduce producendo un’evidente contrazione dei consumi che però, a differenza che nel resto d’Italia, non si riflette nel ricorso all’indebitamento. Da segnalare, inoltre, che il numero di disoccupati è rimasto tutto sommato stabile (16,7%). Sempre più persone, hanno iniziato a cercare un’occupazione, però il mercato del lavoro necessita capitale umano di elevata qualità ma i laureati sono sempre di meno e quei pochi provengono da realtà lontane dalla Puglia. Per quanto riguarda il turismo, i numeri restano gli stessi, ma va evidenziato un calo delle ore di permanenza dei vacanzieri. Davanti ad una situazione al limite del drammatico anche le banche hanno dovuto rivedere le proprie metodologie di lavoro. Oggi le imprese sono suddivise in tre gruppi: solide, vulnerabili e fragili con conseguente quasi totale azzeramento per le attività aziendali più rischiose. In questo ragionamento rientrano anche le famiglie, infatti, le erogazioni di nuovi mutui si sono più che dimezzate, in particolare quelle ai giovani con meno di 35 anni. Morale della favola, le banche scelgono la propria clientela, e gli effetti si vedono. www.bancaditalia.it

Sede centrale Banca dʼItalia

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DISOCCUPAZIONE E IMPRENDITORI STRANIERI IN AUMENTO Produzione frammentata, costi del lavoro troppo alti, poco spazio per l’innovazione. Numeri e relazioni con segno negativo un po’ in ogni settore dell’economia e se questo pare essere un qualcosa in linea con i dati nazionali, c’è da sottolineare che quella molisana è la sola regione in Italia che a partire dal dopoguerra è in decrescita. Diminuiscono le prospettive dell’economia globale in modo evidente e se l’Europa è in recessione, in Molise le stime indicano una diminuzione del prodotto del 3,1% più accentuata rispetto al Mezzogiorno. Questo persistente ridimensionamento, inoltre, ha messo alla luce le difficoltà competitive dell’economia del Molise che è risultata stoppata anche da carenze infrastrutturali, da una scarsa capacità di innovazione e una troppo limitata apertura ai mercati esteri. Per nulla rassicurante, quindi, il quadro tracciato in Molise dall’undicesimo rapporto sull’economia. I dati sono stati illustrati dalle Camere di Commercio di Campobasso e Isernia ed hanno evidenziato, ancora una volta, molte criticità. Il bilancio del 2012 ha infatti confermato un arretramento nel ritmo di crescita del tessuto imprenditoriale, con un tasso pari a 0,17%. In pratica, il tessuto produttivo Luigi Brasiello, presidente dimissionario non è riuscito a colmare le perdite, di Unioncamere Molise, nuovo Sindaco di Isernia soprattutto nel primo trimestre dell’anno quando si è registrato un saldo di - 415 imprese. Tiene il settore dei servizi. Negli ultimi mesi sono stati aperti 60 ristoranti, 24 tra agenzie di viaggio e ditte di noleggio e dieci ditte di trasporto. Il problema però è che i settori considerati trainanti hanno subito una forte contrazione. L’agricoltura ha perso 282 imprese, il commercio 78 e le costruzioni 42. Nonostante la crisi continuano invece a crescere gli imprenditori extra-comunitari in regione, che alla fine dello scorso anno hanno raggiunto 1.705 unità in crescita del 2,0% rispetto al 2011. Il dettaglio provinciale evidenzia un aumento di imprenditori stranieri soprattutto nella provincia di Isernia (+ 23), contro gli 11 in più nel Campobassano. Per quel che riguarda invece in mercato del lavoro, in Molise la situazione risulta parecchio preoccupante. Si registra, infatti, un tasso di occupazione più basso rispetto pari al 50,7% contro il 56,8% dell’Italia, (percentuale che diventa più elevata per la provincia di Isernia pari al 55,3% contro il 48,9% della provincia di Campobasso). Il tasso di disoccupazione regionale è invece del 12,0% rispetto alla media nazionale pari al 10,7%. Anche in questo caso vi sono delle differenze fra le due provincie molisane: se nel capoluogo la disoccupazione raggiunge valori pari al 13,6%, nell’Isernino si ferma all’8,1%. Critica, infine, la situazione per i giovani. Il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 24 anni raggiunge il 41,9% (+13.3% rispetto al 2011). www.mol.camcom.it

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NUOVE SPERANZE PER LO ZUCCHERIFICIO DEL MOLISE

Quindici mesi di gestione autenticamente aziendale, scoprendo investimenti in macchinari e software ancora imballati e inesistenti per oltre dieci milioni di euro e la capacità di superare un’istanza plurima di fallimento e di tornare all’utile dopo molti anni, ridistribuendo ricchezza per operai, bieticoltori e fornitori per oltre venti milioni. Questa la fotografia fatta allo Zuccherificio del Molise nella relazione dell’amministratore delegato Alberto Alfieri, che chiamando a raccolta il mondo bieticolo, in vista dall’avvio della campagna saccarifera. Dopo aver dimostrato che anche allo Zuccherificio del Molise si poteva creare valore, risolvendo tutti i disequilibri che per anni sono costati al contribuente oltre 33 milioni di euro, Alfieri ha puntato lo sguardo al futuro. L’unico percorso possibile è quello della forte integrazione tra coltivatori e azienda, nel solco delle realtà saccarifere europee più vitali e dell’olandese Royal Cosun, forte di 12mila soci produttori e unica su 65 zuccherifici esistenti in Occidente a manifestare interesse a rilevare lo Zuccherificio del Molise. Resta però il fatto che il bando con scadenza 18 giugno per manifestare interesse all’acquisto è andato deserto...

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SI CONFERMANO LE DIFFICOLTÀ DEL SISTEMA MANIFATTURIERO REGIONALE L’indagine Congiuntura Economica Abruzzese relativa al primo trimestre 2013 è stata condotta dal Cresa su un campione 424 imprese manifatturiere con almeno 10 addetti operanti nella regione. I dati dimostrano che il sistema industriale abruzzese è ancora in piena fase di recessione: per il quinto trimestre consecutivo, infatti, riportano flessioni su base annua, produzione (-2,1%), fatturato (-1,6%), ordini interni (2,2%) ed occupazione (-2,7%) e, dopo la variazione positiva degli ultimi tre mesi del 2012, tornano a contrarsi anche export (-0,7%) e ordini esteri (-2,5%). Migliore è nel complesso l’andamento congiunturale: si conferma l’incremento dell’ultimo scorcio dell’anno precedente di produzione (+1,2%), export (+5,7%) e ordini esteri (+6,4%); l’occupazione, dopo un 2012 caratterizzato da decrementi congiunturali, torna sia pur debolmente a crescere (+0,1%); fatturato e ordini interni mostrano variazioni negative (rispettivamente 0,1% e -2,4%). Gli operatori prevedono ulteriori peggioramenti nei prossimi sei mesi. Particolare pessimismo serpeggia nei settori metalmeccanico ed elettromeccanico e nelle industrie della provincia di Pescara. Bene invece il settore dei mezzi di trasporto, con generali incrementi congiunturali e tendenziali, fatti salvi i livelli occupazionali. L’alimentare conferma il trend positivo dello scorso anno, con ulteriori aumenti, se si eccettua la produzione, rispetto ai livelli raggiunti nello stesso trimestre dell’anno precedente. La chimico-farmaceutica e il legno e mobili fanno osservare gli andamenti più decrescenti; il primo, in particolare, registra le peggiori variazioni su base trimestrale su tutti gli indicatori ad esclusione dell’occupazione. Il settore legno e mobili, invece, non tiene neanche per i livelli occupazionali. Mentre le grandi imprese fanno registrare variazioni positive tendenziali e congiunturali su produzione, fatturato e ordini, le imprese di piccole dimensioni mostrano, al contrario, forti difficoltà soprattutto sul mercato nazionale. L’andamento delle medie imprese è caratterizzato da diffuse contrazioni tendenziali e congiunturali di tutti gli indicatori; nonostante ciò, sono queste realtà ad esprimere le aspettative migliori per il prossimo futuro.

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NASCE "ABRUZZO 2015" Sei milioni di euro per i progetti di innovazione e internazionalizzazione presentati da imprese coinvolte in un contratto di rete. È questo il plafond messo a disposizione dalla Regione Abruzzo attraverso il secondo bando “Abruzzo 2015”, l’Accordo di Programma siglato col MiSE, finalizzato a promuovere la realizzazione di interventi per lo sviluppo economico e produttivo regionale attraverso la riforma dei distretti produttivi e il rafforzamento delle reti d’impresa. Per illustrare alle imprese il bando – che scadrà il prossimo 31 luglio – e le modalità di accesso ai finanziamenti è Riccardo Bertazzo, stato organizzato un road show direttore generale di Abruzzo Sviluppo di presentazione nelle quattro province, “Per acquisire maggiore produttività e maggiore competitività – spiega Riccardo Bertazzo, direttore generale di Abruzzo Sviluppo – bisogna puntare sull’innovazione e sull’internazionalizzazione che superino i limiti dimensionali attraverso nuovi sistemi che consentano alle nostre imprese di presentarsi in maniera più strutturata. Attraverso i contratti di rete si può usufruire delle agevolazioni di questo bando per lo sviluppo di nuovi progetti”. www.abruzzosviluppo.it

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Cile, Violeta se fue a los cielos di Andrés Wood; il film dʼapertura: A long and happy life di Boris Khlebnikov; Kayan di Maryam Najafi

IL NUOVO CINEMA DI PESARO OCCASIONE DI SCOPERTA 49 edizione tra Sud America, animazione russa e sperimentazione italiana

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ato alla fine degli anni ‘60 su iniziativa di Lino Micciché e Bruno Torri, il Nuovo Cinema di Pesaro si conferma oggi come uno degli appuntamenti più interessanti per i cinefili nazionali.

Tra Piazza del Popolo, Teatro Sperimentale e Palazzo Gradari si articola un programma ricco di sezioni e rassegne dal 24 al 30 giugno. Fedele alla sua vocazione di manifestazione votata alla scoperta, anche quest’anno il festival presenta un focus dedicato a una nuova cinematografia: il Cile (già paese ospite del Salone del libro di Torino), dopo gli anni oscuri del regime di Pinochet, ha ritrovato una propria vitalità anche nel cinema a partire dal 2005. La nuova cinematografia cilena è qui rappresentata da Sebastián Lelio, il cui ultimo film, molto applaudito al festival di Berlino, sarà mostrato in anteprima in Italia. Oltre a Lelio nella rassegna è presente una ricca schiera di giovani autori, tra cui MatÍas Bize, Andrés Wood, Cristián Jiménez. L’evento speciale di quest’anno è la sezione “Fuori Norma”, composta di opere di finzione, cortometraggi, documentari, in pellicola o video, che rappresentano la sperimentazione italiana del nuovo millennio. Registi che vogliono rompere le norme classiche imposte dai generi, collocandosi in un universo sotterraneo che spesso rimane diffuso solo attraverso la rete; solo alcuni nomi sono riconosciuti nel panorama dei festival come Costanza Quatriglio, Nastro d’Argento per il documentario Terramatta, Alina Marazzi, Pietro Marcello, Michelangelo Frammartino. Dal 1980 il festival di Pesaro intrattiene un rapporto particolare con la Russia, dedicando negli anni diverse sezioni ai cineasti russi, cercando di colmare le lacune di una distribuzione che ignora la produzione dell’Europa Orientale. “Femminile Plurale” è la sezione delle più autorevoli autrici di cinema d’animazione russo contempora-

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neo, tra cui Maria Muat, punta di diamante della puppet animation, Natalia Debizha, premiata in tutto il mondo per il suo Barbiere di Siviglia, Irina Margolina, regista e produttrice, e Elizaveta Skvortsova con il suo ciclo di Ninna nanne dal mondo. Il Festival si impegna anche a creare una finestra sul lavoro pratico di chi realizza i film: il workshop di questa edizione è tenuto da Daniele Gaglianone, dal 25 al 29 giugno negli spazi della manifestazione. Marchigiano d’origine, Gaglianone è stato assistente alla regia di Gianni Amelio e ha esordito nel 2000 con il documentario I nostri anni, il suo ultimo lavoro Ruggine (2011) è stato in concorso a Venezia. Non resta che parlare del Premio Lino Micciché. La regista e sceneggiatrice slovacca Mira Fornay apre il concorso con il film My Dog Killer, regia di estremo realismo per un dramma sul razzismo e sui conflitti etnici. Ambientato in una zona mineraria della Romania è Matei Child Miner di Alexandra Gulea, tutto incentrato sul piccolo Matei che vuole scappare dalla casa del nonno mentre i genitori lavorano in Italia. Halley è la storia gotica moderna del messicano Sebastián Hoffman, mentre Kayan, esordio alla regia dell’iraniana Maryam Najafi, è il ritratto femminile della proprietaria di un ristorante di Vancouver. Non poteva mancare il Cile dal concorso con La chupilca del diablo di Ignacio Rodriguez. L’Italia è rappresentata da due giovani autori: la seconda regia di Stefano Tummolini, L’estate sta finendo, racconta un week-end da incubo di un gruppo di ragazzi in vacanza al mare; Fabiana Sargentini presenta la sua prima opera, Non lo so ancora, scritta a quattro mani con il critico Morandini, una storia ispirata alla loro amicizia “a prima vista”. www.pesarofilmfest.it Silvia Badon

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Due momenti della cerimonia di premiazione di questʼanno presso il Teatro delel Muse

GIOVANI COOPERATIVE CRESCONO È appena terminata la 7a edizione del progetto “Crescere nella cooperazione”, ma le Banche di Credito Cooperativo Marchigiane preparano già la prossima edizione

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rande entusiasmo mercoledì 5 giugno al Teatro delle Muse di Ancona per la cerimonia conclusiva del progetto Crescere nella Cooperazione alla quale hanno partecipato più di 1.300 alunni degli istituti scolastici della Regione Marche.

Il progetto è stato sostenuto - per gli aspetti economici dalla Federazione Marchigiana Banche di Credito Cooperativo e da Fondo sviluppo ed ha visto il coinvolgimento di Confcooperative Marche, della Regione Marche, dell’Università degli Studi di Urbino, dell’Ufficio Scolastico Regionale e di tutte le Banche di Credito Cooperativo Marchigiane. In particolare, il Credito Cooperativo ha partecipato con tutte le 20 Banche della regione e cioè con le BCC di

Una delle classi partecipanti, la V B delle Domenico Savio di Ancona, festeggia la coppa vinta con il progetto “Famiglia Cooperativa Mondiale”

Ancona, Camerano, Civitanova Marche e Montecosaro, Corinaldo, Falconara Marittima, Fano, Fermano, Filottrano, Gradara, Metauro, Ostra e Morro D’alba, Ostra Vetere, Pergola, Pesaro, Picena, Picena Truetina, Recanati e Colmurano, Ripatransone, Sibillini, Suasa. Il progetto “Crescere nella cooperazione” è nato, nelle Marche, nell’anno scolastico 2006/2007 con l’obiettivo di realizzare un modello marchigiano di sviluppo dell’educazione cooperativa che attraverso la costituzione delle Associazioni Cooperative Scolastiche (ACS) si prefigge di favorire l’integrazione e lo scambio tra scuola e territorio, potenziare la dimensione della solidarietà e dell’imprenditorialità, ma, soprattutto, di valorizzare la cultura della cooperazione tra i giovani e all’interno del mondo scolastico. Nel progetto “Crescere nella cooperazione” soggetti della scuola e della extra scuola operano congiuntamente per sviluppare negli studenti impegno civico ed etico attraverso la sperimentazione d’imprese cooperative scolastiche. L’idea di cooperazione, con la quale docenti e alunni entrano in contatto, riguarda non solo un modello di sviluppo economico, ma anche un modo concreto di gestire la relazione e la responsabilità personale. La didattica ordinaria s’intreccia con la vita dell’ACS e, dunque, favorisce metodologie attive e cooperative. Nel tempo il progetto è cresciuto in termini numerici e di entusiasmo: dalla prima edizione, alla quale hanno aderito 6 Istituzioni scolastiche con circa 400 alunni, si è passati, quest’anno, al coinvolgimento di 27 istituti scolastici con 1.300 alunni e circa 100 professori. Al termine della manifestazione, alla quale hanno partecipato i vertici del Credito Cooperativo, autorità locali ed esponenti del mondo scolastico, è stato dato l’arrivederci all’8a edizione del progetto.

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INCUBATORE E IL PARCO TECNOLOGICO SAN MARINO – ITALIA MYDAYLIFE CONQUISTA APPLE

Con l'affidamento dell'incarico per la gestione operativa delle fasi di attuazione del Parco e dell'Incubatore, al Polo Tecnologico di Navacchio/APSTI, si chiude la fase delle idee e delle parole e iniziano le azioni concrete per realizzare nella Repubblica di San Marino una delle più importanti strutture per il futuro del territorio. È stato accolto con grande soddisfazione l’evento da parte del Segretario di Stato Marco Arzilli e dal collega Giuseppe Maria Morganti. Marco Arzilli Segretario di Stato Il primo atto che si concretizza, Repubblica di San Marino grazie anche alle risorse finanziarie messe a disposizione dalla Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, è l'avviso di selezione per individuare fino ad un massimo di otto profili professionali residenti nella Repubblica di San Marino, che potranno accedere ad uno specifico percorso di formazione, al fine di acquisire conoscenze e competenze idonee a svolgere attività di tutoring ed attività multidisciplinari (scouting tecnologico, elaborazione di progetti di innovazione e trasferimento tecnologico, organizzazione di eventi di matchmaking e di altre iniziative d'interesse) per favorire la nascita e lo sviluppo di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico. Al termine del percorso di formazione, degli otto profili ammessi, ne saranno selezionati due, con la prospettiva di trovare occupazione nell'Incubatore d'impresa, che prenderà avvio nel prossimo autunno. La partecipazione al percorso formativo è a titolo gratuito, comprensivo delle spese di vitto e alloggio in Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani. Si è inoltre riunito il Comitato di indirizzo strategico per la realizzazione del Parco Scientifico e Tecnologico, i cui 27 membri dei territori di San Marino, Rimini e Pesaro Urbino, hanno sottoscritto il Memorandum of understanding per la realizzazione il PST San Marino – Italia: una vera e propria road map per i prossimi mesi. Il Polo Tecnologico di Navacchio/APSTI presenterà il piano di lavoro al Comitato per la sua approvazione. In particolare, due azioni sono quelle prioritarie della prima fase: configurazione giuridico – organizzativo – funzionale del PST ed avvio delle attività preliminari alla costituzione di cluster tecnologici. Queste ultime vere e proprie aggregazioni settoriali e/o tematiche per la crescita di competitività delle imprese. Il primo provvedimento normativo a sostegno dello sviluppo di imprese innovative nella legge per lo sviluppo approvata nella scorsa seduta del Consiglio Grande e Generale è stato predisposto un apposito articolo per le start up ad alta tecnologia.

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L’azienda, il cui progetto è stato approvato anche dalla Commissione per l’Imprenditoria Giovanile e Femminile è formata da 5 giovani, di cui 4 sammarinesi (Giacomo Agostini, Nicolò Lisi, Samuele Mazza, Lorenzo Francioni e Nicola Giancecchi) ha ideato l’applicazione per iPhone “MyDaylife”. E’ la prima applicazione per iPhone che permette di dare un voto alla proprie giornate generando il grafico della propria vita. Grazie a MyDaylife si potrà infatti confrontarsi con se stessi e scoprire l'andamento della propria soddisfazione. Sfruttando alcune particolari funzionalità, sarà inoltre possibile tenere un vero e proprio diario, nel quale salvare note, fotografie, video e colonne sonore delle giornate appena trascorse, da poter ritrovare e rivivere in qualsiasi momento direttamente dal proprio iPhone. L'applicazione ha raggiunto nelle ultime ore la prima posizione assoluta nelle classifiche internazionali AppStore della propria categoria in oltre 20 paesi: Italia, Francia, Spagna, Brasile, Belgio, Argentina, Germania, Austria, Portogallo, Mexico, Chile, Svizzera, Perù, Uruguay, Colombia, Paraguay, Bolivia, con 300.000 utenti, che ogni giorno accedono al servizio per valutare e tenere traccia delle proprie emozioni ed esperienze. Apple ha deciso inoltre di includere MyDaylife tra le principali applicazioni degne di nota all'interno dello Store. "È stato un risultato incredibile, al di sopra di ogni nostra aspettativa, che ci ha permesso di presentare al mondo intero uno dei nostri progetti più cari" così ha commentato il team di Mr. APPs srl, che tiene infine a sottolineare: "Essere riusciti a catalizzare l'attenzione internazionale su un prodotto completamente Made in San Marino, speriamo possa rappresentare per tutti un nuovo punto di partenza per iniziare a credere e ad investire in tecnologia ed innovazione anche all'interno della nostra piccola Repubblica".

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Aree dell’Adriatico

.REPUBBLICA DI SAN MARINO


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A MEđUGORJE, IL BILANCIO DEL PROGETTO TURISMO Promec - Azienda Speciale della Camera di commercio di Modena - e Unioncamere EmiliaRomagna hanno partecipato alla tredicesima edizione del “Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio”, che si è svolto nella città di Međugorje, in Bosnia Erzegovina. Sono stati presentati i risultati del progetto “La filiera del turismo: la cooperazione tra Emilia-Romagna e Marche con Albania, Croazia e Montenegro”, con un focus sulle attività svolte a partire dal gennaio 2012 con il supporto dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico destinati allo sviluppo dell’area balcanica. Sono state illustrate le varie tappe della collaborazione internazionale: corsi di formazione per studenti delle scuole alberghiere e catering distinti in moduli, visite aziendali e istituzionali, road show per promuovere le opportunità di investimento nell’area Balcanica per le imprese italiane della filiera turistica. Si sono, inoltre, svolti incontri professionali e, infine, la partecipazione alla fiera Place2Go a Zagabria in Croazia dove sono stati organizzati una degustazione dei prodotti tipici emiliano-romagnoli e marchigiani curata dagli chef della Scuola Alberghiera di Serramazzoni ed un workshop a cui hanno partecipato operatori turistici dei Paesi partner. All’evento finale sono intervenuti i rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico e di Unioncamere Nazionale, delle istituzioni europee, del Segretariato Permanente dell’Iniziativa Adriatico Ionica, delle istituzioni locali, delle Camere di commercio di Durazzo, Podgorica e Rijeka - partner esteri di progetto - nonché di enti, associazioni e consulenti esperti nella tematica del tavolo di lavoro. www.mo.camcom.it

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Aree dell’Adriatico

NON LASCIAMOCI ANDARE A DECLINISMO Il 2012 si è chiuso con un bilancio "tra i peggiori degli ultimi venti anni" e nel primo trimestre del 2013 si sono registrate ulteriori contrazioni: la produzione delle aziende è calata del 4%, il fatturato del 4,7%, gli ordini del 5,4%. Anche l'export stenta e secondo le ultime rilevazioni la crescita è appena dello 0,2%. Nel primo trimestre anche il saldo tra imprese aperte e chiuse è negativo (-514) con particolare calo delle ditte individuali. “II quadro è drammatico, ma attualmente c’è un elemento di rischio che sovrasta tutto” ha dichiarato Giorgio Tabellini, presidente della Camera di commercio presentando i dati a palazzo della Mercanzia. “Il pericolo peggiore ora è la tendenza all’accidia, all’autocommiserazione di un territorio che invece ha molte frecce al suo arco capaci di puntare al futuro. Se ci crediamo tutti assieme – ha proseguito – le frecce possono essere scoccate con lungimiranza e intelligenza. Farci bloccare dal sempre più diffuso declinismo - significherebbe deporre le armi. Ma il tempo sui mercati internazionali scorre velocemente: decisivi saranno i prossimi 6-8 mesi” www.bo.camcom.gov.it

Giorgio Tabellini presidente della Camera di commercio di Bologna

.EMILIA ROMAGNA

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VENETO: IN CINQUE ANNI PERSI 23 MILIARDI DI PIL, NEL 2013 -1,2% L’aumento Iva al 22% eroderà 122 milioni ai consumi incidendo per il 16% sul reddito familiare

Alessandro Bianchi presidente Unioncamere Veneto

In cinque anni la crisi ha sottratto al Veneto 23 miliardi di euro di Pil e nel 2013 la flessione proseguirà con un -1,2%. In questo quadro l’aumento dell’aliquota Iva al 22% comporterà una flessione dei consumi nel 2013 pari a 122 milioni. Lo scenario è stato tracciato presso la restaurata sede della Camera di Commercio di Venezia durante la presentazione del rapporto “La situazione economica del Veneto”, curato dal Centro Studi Unioncamere Veneto giunto alla sua 46esima edizione. Secondo le stime più recenti, nel 2013 il Veneto registrerà una flessione del Pil pari al -1,2% e solo dal 2014 tornerà a crescere con un +0,9%. Da traino saranno ancora le esportazioni, previste in aumento del +4,4% (+2,7% per l’Italia) quest’anno, mentre il 2014 dovrebbe riservare una crescita del +5,2%. Di contro, il 2013 continuerà a registrare contrazioni per consumi delle famiglie (-2,4%) e investimenti delle imprese (-4,6%), sebbene in ripresa rispetto ai valori 2012. Le ripercussioni sull’occupazione porteranno, nel 2013, a un calo del -1,1% delle unità lavoro, col tasso di disoccupazione che salirà al 7,6%. Il Veneto ha chiuso il 2012 con una flessione del Pil del -2,3% (in linea con le altre regioni del Nord), annullando la crescita del biennio 2010-2011 (+1,3%). Complessivamente, dal 2008 al 2012, la crisi ha comportato una perdita di Pil pari a 23 miliardi di euro. Il numero di imprese attive ha registrato una

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flessione del -1,2%, pari a oltre 5.600 unità (poco più di 450mila unità). Il mercato del lavoro ha registrato un saldo occupazionale negativo di oltre 15mila posti: perdite più ingenti nelle costruzioni (-20,1%) e industria (-17,5%). La produzione industriale ha segnato una flessione media annua del -4,3%. Crolla l’andamento delle vendite al dettaglio (-5,8%). È proseguita la contrazione dell’attività di prestito del sistema bancario (-2%). Continua la tendenza positiva nel turismo: nel 2012 +0,3% degli arrivi, pari a oltre 15,8 milioni di visitatori, mentre scendono del -1,7% le presenze, pari a 62,4 milioni. Il presidente Unioncamere del Veneto Alessandro Bianchi nel corso della giornata ha affermato che «…il 2012 è stato un altro anno di recessione, ma anche il 2013 sarà difficile. L’economia del Veneto sta attraversando la crisi più lunga della sua storia. Se l’inversione di tendenza ci sarà, la vedremo verso fine anno e comunque legata ad auspicabili politiche per la crescita decise in ambito europeo. Finché l’Europa continuerà ad imporre solo politiche economiche volte al contenimento dei debiti sovrani e al risanamento dei conti pubblici nazionali, difficilmente potrà esserci spazio per un vero rilancio. Il sistema pubblico deve fare la sua parte. Su questo si gioca il futuro del sistema economico e il benessere sociale del territorio». www.unioncameredelveneto.it

.VENETO


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PAROLE D’ORDINE: FARE SISTEMA E MONDO UNIVERSITARIO Emergenza imprenditoria e occupazione giovanili al centro del dibattito

Giovanni Da Pozzo presidente Unioncamere FVG

Sergio Bolzonello assessore regionale alle attività produttive Regione FVG

Emergenza imprenditoria e occupazione giovanili al centro del dibattito dell'undicesima Giornata dell'economia, promossa lunedì 17 a Gorizia da Unioncamere Fvg ha scelto la città di Gorizia per celebrare l’undicesima giornata del’economia con il presidente Giovanni Da Pozzo che ha subito messo in rilievo come "…le politiche istituzionali ed economiche devono trovare priorità assoluta, in una regione che non possiamo continuare a definire isola felice. Abbiamo perso posizioni nell’export (-6,84% anche nel periodo gennaio-marzo 2013), abbiamo un saldo di - 781 tra imprese iscritte e registrate nelle nostre Camere e anche nel primo quadrimestre, abbiamo solo 5.840 nuove iscritte". Entrando nello specifico, "siamo fanalino di coda come capacità imprenditoriale giovanile - ha aggiunto -, con un’incidenza di imprese giovani di solo l’8,4% sul totale, ultima regione, di fronte a un 11,5% nazionale, e con disoccupazione fino ai 25 anni che arriva al 30,5%. Si apre dunque una riflessione profonda, perché evidentemente molte delle politiche rivolte ai nostri giovani, nell’economia, nella formazione, nella partecipazione alla vita pubblica, non sono state affatto proattive". In questo contesto, dal primo al 31 luglio, le Camere di Commercio gestiranno per conto della Regione il bando (l. r. 15/12) di contributi per il sostegno alle nuove imprese giovanili. Un bando

che con un plafond di quasi 500 mila euro è insufficiente. In questo contesto però le Camere stanno facendo però la loro parte; Udine ha investito nel 2012 oltre 2 milioni di euro per contributi e iniziative a favore delle imprese giovani e nel complesso, dal 2011, le quattro Cciaa hanno messo in campo quasi 6 milioni di euro per favorire l’occupazione e l’impresa dei giovani. L’analisi di alcuni dati ha evidenziato come la crisi spinga le imprese a localizzarsi fuori regione con un record di +10,7% contro una media Italia del +1,7%. L’assessore regionale alle attività produttive Sergio Bolzonello ha concluso la giornata, spronando al superamento degli eccessivi particolarismi e delle prove di forza fra singoli che stanno portando a un continuo e lento declino. “La competitività – da detto - va acquisita a livello di sistema, cercando di comprendere gli scenari futuri”. Scenario difficile anche quello legato all’export: il Fvg è l’unica regione del Nord con pesante segno negativo. "Abbiamo il dovere morale di dare fiducia ai giovani imprenditori, così come in quei giovani che escono dal mondo universitario, mondo che però utilizziamo troppo poco non mettendolo mai al centro nelle nostre dinamiche di sviluppo regionale". Sito: www.fvg.camcom.it

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NON C’È DUE SENZA TRE! L e amministrative si sono concluse!! Il trionfo della sinistra è celebrato in stile imperiale con le legioni che marciano solenni nei fori imperiali, con gli sconfitti in catene. Gli statali, i politici, i bancari e soprattutto i pensionati hanno sentenziato che tutto deve rimanere come è sempre stato e come per sempre sarà. Mentre il global village è arrivato ad avere sette miliardi di abitanti con il relativo valore della carne umana mai così inflazionato fin dai tempi più remoti. La cultura di sinistra si preoccupa per la coesione sociale e quindi alzare lo stato d’assistenza alimentandone ogni giorno di più il costo con il risultato di svilire e/o annientare quel poco che rimane del comparto industriale italiano ormai avviato rapidamente all’uscita dallo scenario globale a tutto vantaggio dei Paesi una volta emergenti e oggi ormai emersi! I peana vittoriosi delle legioni si sovrappongono al rullare dei mille tamburi suonati dai vertici, cioè dai sindaci, che al tintinnare dei labari militari, lo sventolare degli orifiamma marciano intrepido verso il nulla economico, finanziario, industriale etc etc, come una delle infinite crociate dell’armata Brancaleone! Quo vadis?!? In Europa si calcola al momento che vi siano circa 24 milioni di disoccupati, in America 22 milioni di giovani che non hanno alcuna possibilità di lavoro, se non allocati da improbabili lavori pubblici, che nessuno vuole, o che siano adeguatamente assistiti da forme di pubblica assistenza, magari con nuove denominazioni, poiché l’usurata dizione di cassa integrazione e guadagni in deroga è miseramente affondata. I rumors, i gossip, le grida, i mormorii si fanno sempre più alti. Mentre tutti quelli fuori dalle fila delle legioni in armi e quindi i catafratti, semplicemente come i lemmings artici, si suicidano in riti collettivi ormai nell’indifferenza generale, soprattutto mediatica, da perlomeno un lustro! Le elezioni politiche in primis, in secundis le amministrative e per ultime le elezioni politiche bis hanno portato alla perfezione teorica della celebrata coesione sociale, ma molto verosimilmente alla devastazione dell’euro in Eurolandia, con conseguente crollo del dollaro, che al momento è stampato mensilmente in circa quaranta miliardi di banconote fiammanti nella già avanzata guerra valutaria dell’attuale global village.

“Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” Leone di San Marco

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